La filosofia politica di Benedetto Croce

Si sa che i libri non si giudicano dalla copertina, ma è anche vero che, spesso, è la copertina ad attrarci. È accaduto proprio questo al sottoscritto, stavolta. Sono rimasto colpito positivamente dalla copertina gialla e blu che riveste un bel saggio di Francesco Postorino su Benedetto Croce. Si tratta di un originale volume uscito da poco nelle librerie e intitolato: “Croce e l’ansia di un’altra città” (edito da Mimesis, per la collana “Filosofie”, pagg. 212, euro 20).

È un libro di filosofia dallo stile un po’ accademico e tecnico, ma scorrevole nei concetti e nello stile. Non si tratta, insomma, di una lettura da poter fare tranquillamente sotto l’ombrellone o in un viaggio in treno, ma richiede la tranquillità di un luogo silenzioso, in mezzo alla natura, davanti al mare o di fronte a una pineta, meglio se a ridosso di un bosco di montagna. Dirò di più: è forse una lettura perfetta per il clima e l’aria di Pescasseroli. Si tengano lontani, perciò, gli sprovveduti o i neofiti. È un libro impegnativo e anche un bel po’ impegnato politicamente. Da studiare più che da leggere.

In questo saggio, Francesco Postorino attraversa tutta la filosofia politica di Croce partendo dal necessario elemento di incoerenza del pensiero crociano e inserendolo nell’alveo del più vasto pensiero liberale che, in quanto tale, è spesso incoerente per definizione. Eppure, anche qui, Croce oscilla tra una forte appartenenza al pensiero liberale dei vari filosofi che lo hanno preceduto o affiancato nel suo tempo e tutta l’incoerenza di una visione liberale che si discosta, si reinventa, si innalza, avanza e si corregge. Un percorso che Postorino avvia con la “religione della libertà”, ma si sofferma anche sull’arte e sulla bellezza, non soltanto sulla parte estetica quanto, piuttosto, sul più affascinante elemento intuitivo e sul genio che si manifesta attraverso l’intuizione pura.

Eppure, il centro del discorso è la Libertà, indagata da Croce in ogni suo aspetto ma, in particolar modo, inserita nella storia, cioè la Libertà vissuta come “l’eterna riformatrice della storia”. La peculiarità del libro è, comunque, il contraddittorio tra Croce e alcuni esponenti del pensiero liberale in Italia, compreso quello di stampo liberalsocialista o socialista liberale: Piero Gobetti, Calamandrei, Guido Calogero, De Ruggiero, Bobbio, Aldo Capitini. Qui c’è l’aspetto più politico che fa i conti soprattutto con il Partito d’Azione e la sua storia, con l’attualità di Calogero e degli azionisti. Croce, come si trova conferma nel saggio di Postorino, coltiva ad ogni passo un indirizzo radicalmente storicista. “A suo avviso - dice l’autore in un’intervista - la storia è il principio, il metodo e il fine spirituale. Non c’è altro. Tutto accade nell’istante storico. I principi sono nella storia”.

E la storia ci interessa, come ripeteva Benedetto Croce, nella misura in cui ci parla del nostro presente. “La storia è sempre storia contemporanea. La prefazione del libro è di Raimondo Cubeddu. Un libro rivolto al futuro...

Aggiornato il 07 settembre 2017 alle ore 12:30