Francavilla al Mare perde Palazzo Sirena

martedì 29 agosto 2017


“I luoghi hanno un’anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana” così scriveva J. Hillman. E i luoghi hanno una memoria, conservano una memoria. I luoghi non sono solamente entità fisiche ma sono entità simboliche. Alcuni spazi rappresentano ciò che siamo stati e ciò che siamo divenuti e ogni città oltre che un dispositivo topografico e sociale, è un sistema di rappresentazione.

A Francavilla al Mare, città costiera in provincia di Chieti, hanno distrutto un simbolo importante: Palazzo Sirena. L’edificio è (anzi era) un simbolo fondamentale della città: rappresentava la rinascita di una città che, dopo i bombardamenti, ha trovato la forza di ricominciare e di ricostruire. È (anzi era) il simbolo dell’unione di uomini e donne che hanno creduto nel nuovo inizio, nel futuro, nel carattere forte di una società unita che non si è arresa alle atrocità della distruzione. Perché la città, ogni città, non è solo un agglomerato di elementi architettonico-paesaggistici come case, palazzi, negozi, piazze, strade così come la mostra la cartografia, né la sola presenza dell’uomo in un territorio basta a identificare quel territorio come città: il carattere discriminante va cercato nelle specifiche interrelazioni e interazioni tra esseri e cose. La città non è una cosa ma il prodotto di una serie di relazioni. Relazioni che Palazzo Sirena ha raccontato per anni, conservandone la memoria. Questo è (anzi era) Palazzo Sirena: un considerevole esempio di architettura razionalista che fu ricostruito nel dopoguerra su progetto di Vittorio Ricci.

L’importanza di Palazzo Sirena è stata sottolineata più volte da personalità come Vittorio Sgarbi (il quale proprio negli ultimi giorni ha contestato duramente il sindaco di Francavilla al Mare) e da Massimiliano Fuksas, oltre che da architetti, storici dell’arte, accademici. In molti si sono battuti per la conservazione e la rivalutazione del Palazzo. Anche la Soprintendenza, nella persona della dottoressa Mencarelli ha scritto al sindaco chiare parole “in riferimento alle vicende che stanno in queste ore interessando il Palazzo Sirena, avendo appreso dai consiglieri comunali Di Renzo e Mantini che l’amministrazione comunale è nell’imminenza di procedere a opere di demolizione sul palazzo, si ricorda che a norma della legge vigente, il procedimento per la verifica di interesse culturale su Palazzo Sirena, avviato da questo ufficio, non è ancora concluso. Infatti spetta alla Commissione regionale per il patrimonio culturale dichiarare  con apposito decreto l’esito positivo o negativo del procedimento avviato. Pertanto, nelle more dell’incontro previsto con lei, per mercoledì 30 agosto, si chiede, nello spirito di leale, fattiva collaborazione fra enti, di sospendere le operazioni intraprese”.

Ma il Potere ha vinto ancora. Il Potere per affermare se stesso deve distruggere i simboli presenti e crearne di nuovi per il suo scopo. Non gli interessa della cultura, delle regole, dello “spirito di leale collaborazione”. La storia dovrebbe averci insegnato che il Potere imprigiona e la conoscenza rende liberi. E la storia è (anzi era) anche Palazzo Sirena, ormai maceria.


di Paolo Ricci