All’asta i cimeli di Kubrick

Vanno all’asta i cimeli di Stanley Kubrick. I preziosi oggetti di scena del grande cineasta americano saranno venduti al miglior offerente. Il ciak di “Eyes Wide Shut”, la giacca di Jack Torrance, lo scrittore protagonista di “Shining”, il cappello del sergente Hartman di “Full Metal Jacket”.

Sono solo alcuni dei cimeli del maestro del cinema d’autore. Provengono dalla collezione dell’assistente di Kubrick per quasi trent’anni anni, Emilio D’Alessandro. L’uomo, oggi settantasettenne, originario di Cassino, in provincia di Frosinone, prima di diventare autista personale e confidente di Kubrick è stato un pilota di auto da corsa. È assurto agli onori della cronaca per aver firmato l’autobiografia “Stanley Kubrick e me”. Il libro è stato alla base di un documentario del 2015, “S is for Stanley, Trent’anni dietro al volante per Stanley Kubrick”, diretto da Alex Infascelli. Nel 2016 il film  ha vinto il David di Donatello per il miglior documentario.

Ora D’Alessandro ha deciso di disfarsi dei propri cimeli. Così, il 27 marzo a Torino, saranno venduti all’incanto da Aste Bolaffi. La presentazione è avvenuta oggi, a diciannove anni dalla morte di Kubrick, scomparso il 7 marzo 1999.

Secondo Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi, “si tratta della più importante raccolta di memorabilia sulla vita e l’opera di Kubrick mai offerta in asta. Sono presenti 55 oggetti provenienti da un unico proprietario vivente che ci ha raccontato tutto di loro”.

Ma c’è un oggetto più raro degli altri: un lungo frammento di pellicola originale di “Shining”, base d’asta 3mila euro, donato a D’Alessandro dal regista che era celebre per bruciare tutte le parti avanzate di pellicola, per timore che potessero copiare il suo lavoro.

Tra gli oggetti di culto figura anche la borsa per la macchina fotografica di Stanley Kubrick, da cui non si separava mai. “A Stanley dispiaceva buttare gli oggetti che aveva utilizzato per i film − ha raccontato D’Alessandro − così li portava a casa o li regalava ai collaboratori. Quando ha finito di girare “Shining” mi ha chiesto se volevo i tappetti della Colorado Lounge dell’Overlook Hotel. Io ho chiesto a mia moglie. Così, li abbiamo messi in casa”.

Aggiornato il 02 maggio 2018 alle ore 15:36