L’adolescenza e le sue sfide nella “Partitella”

L’adolescenza e le sue sfide. Per molti giovani italiani di ieri e di oggi, il più comune ed economico dei duelli collettivi (una sorta di remake della via Pál in chiave calcistica) è quella della “Partitella” di Giuseppe Manfridi tra formazioni improvvisate di rione o di quartiere, dove spesso comanda chi porta la palla e, soprattutto, chi si presenta in campo a formazione piena. Una versione teatrale del tutto va in scena alla Sala Umberto di Roma fino al 15 aprile, per la regia di Francesco Bellomo con diciotto giovani attori protagonisti, oltre a Carmine Buschini nel ruolo di Enrico. L’idea è di invertire la freccia del tempo: prima il presente e poi, nel secondo atto, il passato di un anno prima con gli stessi ragazzi e l’identico tipo di sfida dove stavolta, però, c’è qualcosa di più nella posta in gioco: il successo di uno di loro, per un ingresso trionfale nel mondo del calcio che conta. Dove c’è gioventù in fiore si avverte la presenza inconfondibile della carica ormonale che l’accompagna, sia al maschile che al femminile, dove le ragazze sono complici, spettatrici e protagoniste sia prima che durante e dopo la prova sportiva.

Così, il mondo femminile si manifesta con le sue regole di sempre che vanno dallo sberleffo, alla gelosia, al commento urticante o, in netto contrasto, allo spirito da crocerossina e confessore delle delusioni e fragilità di fidanzatini immaturi, con scarsa carica emotiva e profondamente egoisti. Altrettanto scontato è l’universo maschile, ricco come sempre di coppie Achille-Patroclo: qualcuno a difendere l’altro che viene attaccato; chi prevarica e chi soccombe, accettando di essere riserva a vita sul campo ma facendo generosamente il tifo per la squadra anche da escluso.

Miseria e nobiltà, come sempre, come a tutte le età. Amori che vanno e vengono, treni sempre un po’ troppo in corsa, presi e lasciati maldestramente a porte semichiuse che fanno nostalgia da vecchi, per non averli vissuti nel pieno del loro contenuto sentimentale quando era tempo. Poi, il morso amaro del destino con la signora in nero che arriva inaspettata nel fiore dell’età, per un incidente banale avvenuto lontano dal “muretto” e dagli amici di sempre. O la dea bendata della Fortuna che ti fa cadere proprio qualche minuto prima della partitella che può decidere della tua vita.

Così come il ritardo di una fidanzatina può regalarti un cartellino nelle giovanili di una squadra di prima serie, mentre colui che aveva disegnato l’evento, e faticato non poco per essere osservato dal famoso manager nel campetto di periferia, cade con il motorino assieme alla fidanzatina alla quale ne imputerà irragionevolmente la responsabilità nel tempo a venire. Anche il racconto del diverso trova il suo spazio nella messe dei caratteri che si alternano e si sfidano sul ring calcistico, come lei che se ne va di casa perché i suoi genitori “illuminati”, appena messi alla prova, non tollerano la sua relazione con un giovane marocchino.

O l’altra, la calciatrice-furia, dotata in apparenza di un esubero di ormoni maschili ma che all’occasione sa essere molto più donna delle sue compagne, mossa da una passione e da uno spirito di squadra che regge la difficile sfida con l’universo maschile sia dal punto di vista tecnico che agonistico. Perché, in fondo, la “Partitella” è un surrogato e un semplice accenno di quelle che saranno le vere sfide della vita, quando gli amori e le rivalità diventeranno sfortunatamente cosa troppo seria, per essere smaltita sotto la doccia bollente degli spogliatoi.

(*) Per info, biglietti e prenotazioni: Sala Umberto

Aggiornato il 09 aprile 2018 alle ore 16:25