Ve lo immaginereste un “on the road” di David Trueba ambientato nella Spagna franchista? Con un professore di inglese a caccia di John Lennon – ospite nella penisola iberica per girare un film – con il contorno di due ragazzi, maschio e femmina, rispettivamente scappati dalla casa di un padre-padrone e da un istituto per ragazze madri? Il tutto pieno di poesia e con un messaggio politico?

Ecco, se non ve lo immaginate, andatevelo a vedere al Cinema Farnese domenica 6 maggio nell’ambito del Festival del cinema spagnolo. Si chiama “La vita è facile ad occhi chiusi” (titolo originale: “Vivir es fácil con los ojos cerrados” ed è a dir poco un piccolo capolavoro.

C’è un professore di inglese che insegna ai propri ragazzi di imparare a memoria le canzoni di Lennon, un fan attempato che ha per sogno conoscere il soggetto del suo desiderio, e ci sono questi due ragazzi che incrociano la sua vita scappando dalle istituzioni più repressive della spagna di Franco, la famiglia e gli istituti religiosi. Ma il simbolismo non è mai ideologico. Neanche nelle scene finali quando il professore dice ai due, che nel frattempo si sono innamorati, che i giovani devono prendere il coraggio di cambiare le cose nella Spagna del futuro. Ma l’ideologia gauchista non è nelle corde di Trueba. Franco era un dittatore ma è morto nel proprio letto – al netto della guerra civile della metà degli anni ’30, di Guernica e della guerra combattuta contro l’Eta che costò la vita al suo delfino Carrero Blanco e la garrota a molti terroristi – più o meno amato dagli spagnoli cui aveva almeno risparmiato l’onta della Seconda guerra mondiale persa rovinosamente. Come invece accadde per l’Italia di Benito Mussolini e la Germania nazista. La poesia e la dolcezza di un film di rottura è tutta qui. Il professore dopo mille peripezie troverà John Lennon che, oltre a riceverlo, gli regalerà una canzone e i due ragazzi, che scappando di casa hanno fatto solo buoni ed edificanti incontri, torneranno a Madrid con un’esperienza esistenziale in più.

Il film dopo il festival in programma al cinema romano di Campo de’ Fiori andrà in tournée in mezza Italia, in dieci città, sempre accompagnato dalla comunicazione integrata dell’ufficio stampa di Raffaella Spizzichino, Maya Reggi e Carlo Dutto, che ha imposto questo tipo di rassegne nell’immaginario di tutti noi da decenni. A partire da quelle del Medfilm festival e dal Kolno’a, cioè le rassegne del cinema arabo-mediterraneo e di quello israeliano. A Roma sarà presente, tra gli ospiti del festival diretto da Federico Sartori e Iris Martin-Peralta, l’attrice Ángela Molina. Che presenterà al pubblico romano, sempre domenica 6 maggio, il film più citato di quelli di Luis Buñuel: “Cet obscur objet du désir” (“Quell’oscuro oggetto del desiderio”). Film famosissimo e interpretato da miti come Fernando Rey, Carole Bouquet e Milena Vukotic. Pellicola anche questa ambientata in Spagna e Francia ma a margine di un’insurrezione terrorista. Un altro film e un’altra storia. Meno poetica. Più cruda e vera. Forse.

(*) Trailer ufficiale

 

 

 

Aggiornato il 02 maggio 2018 alle ore 18:13