Filante come una... Cometa!

Lo scorso 21 maggio il direttore artistico del Teatro Cometa di Roma, Giorgio Barattolo, ha presentato la nuova stagione teatrale 2018-19, assistito da un valletto d'eccezione: quel Pino Strabioli presenza immancabile in cartellone che torna anche per quest'anno con Cavoli a merenda, un omaggio a Sergio Tofano.
Il primo spettacolo in rassegna è una rivisitazione originale, che vede Gennaro Cannavacciuolo (altra presenza immancabile per la Cometa) responsabile unico di un'operazione complessa e divertente dall'operetta omonima, con il suo Allegra era la vedova? in cui il protagonista, un anziano settantenne già amico di Hitler e poi allontanato perché ebreo, racconta in un sogno la sua personalissima visione della Vedova. Maurizio Micheli, invece, prende in giro il calvario burocratico di un povero contribuente che rimane chiuso negli uffici di Equitalia. Verrà pure un giorno che chiameranno il suo numero: però lui non lo ricorda così come dimentica la ragione per cui si trovava in fila. Sicché, Equitalia allevia le sofferenze del poveretto assegnandogli come assistente un bravo pianista.

In Master Class la protagonista è Maria Callas (interpretata dal soprano Mascia Musi), di cui si indagano la personalità e i momenti intimi più struggenti, mettendone in risalto il rigore artistico e il lato umano, con riferimento ai corsi tenuti dalla Callas negli anni ‘70 del secolo scorso. Non poteva mancare la travolgente simpatia di Michela Andrreozzi, con il suo spiritoso Amore al tempo delle mele (golden) che azzarda un parallelo tra come viviamo l'amore oggi e quello che fu il "primo" in gioventù, segnato dal motto “Tempo fugit". Perché poi, nota la Andreozzi, "non ci liberiamo mai della nostra adolescenza rimanendo un po' tutti dei Peter Pan". In scena oggetti cult degli anni ‘70 e ‘80 utili a una declinazione festiva natalizia di uno spettacolo interattivo con il coinvolgimento del pubblico e musiche dal vivo. "Er naso de Gogolle", per la regia di Pierpaolo Palladino, ci parla di un personaggio colto dell'Ottocento nella Roma del Papa Re al centro di molte trame e ambientato all'interno delle mura leonine. Per inciso: Gogol amava Roma ed era amico di Gioacchino Belli.

Altro monumento alla musica leggera di tutti i tempi: Edith Piaf: l’usignolo che non canta più interpretata da Melania Giglio, autrice di un testo sulla cantante francese gracile ma forte nella parte finale della sua vita, che intese essere artista fino "all’ultima goccia di sangue" malgrado il coma epatico e l'artrite reumatoide che la costrinse prima di morire ad andare in scena in pantofole.
Il Passerotto che fino all’ultimo ha raccontato la forza dell’amore e della musica. Letizia va alla guerra di Agnese Fallongo (che Geppy Gleijeses, direttore artistico del Quirino e produttore dello spettacolo, definisce come "una giovane donna che ripesca la tradizione de 'li cunti' ") narra la storia, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, di una triade di donne di nome Letizia La suora, la sposa [vergine], la puttana, legate da un filo invisibile tra di loro. In Ladyvette In tre, Massimiliano Vado racconta di tre coriste che ovunque vadano restano soltanto tre personaggi e, quando raggiungono l'olimpo del successo, si accorgono che si tratta di un luogo dove la competizione inizia da capo a un livello più alto.

Questo e molto altro ancora per chi voglia godersi lo spettacolo!

Aggiornato il 23 maggio 2018 alle ore 13:37