La Festa del cinema di Roma lancia la sfida a Venezia

La Festa del cinema di Roma apre in polemica con la Mostra di Venezia. L’antefatto è un’intervista che Alberto Barbera, rilascia, qualche giorno fa, a “Vanity Fair”. Sulla rivista, il direttore dello storico festival sul Lido, definisce la kermesse capitolina “una bella festa per il pubblico, con una dimensione prevalentemente locale”. Il direttore della “Festa”, Antonio Monda, ovviamente, non la prende bene. “Quella di Barbera è stata una scivolata di cattivo gusto, anche nei confronti della città di Roma”, chiosa. Aggiungendo che, “probabilmente c’è un po’ di confusione. Quella di vedere in noi quello che vorrebbero noi fossimo e non quello che davvero siamo”.

Monda presenta il programma della manifestazione capitolina che si conclude il 28 ottobre. La location principale è l’Auditorium parco della musica. Sono 42 i film previsti, 6 gli eventi speciali, 14 gli incontri con pubblico e stampa. Eppure la caratterizzazione di festival “anti-Venezia” appare fin troppo evidente. A partire dalla decisione di non ospitare film prodotti targati Netflix. Non a caso, l’ultima Mostra veneziana è stata investita della polemica degli esercenti italiani, nel momento dell’ufficializzazione del massimo premio, il Leone d’oro, attribuito dalla giuria presieduta dal regista messicano Guillermo Del Toro al connazionale Alfonso Cuarón, premiato, ironia della sorte, per il film “Roma”. Anche se il riferimento non è alla capitale ma ad un quartiere medioborghese della Città del Messico anni Settanta. L’opera di Cuaron non è destinata alle sale, ma è pubblicata direttamente sulla piattaforma Netflix. Dunque, la Festa di Roma guidata da Monda ha deciso di seguire la linea del Festival di Cannes. Non a caso, sulla Croisette, il direttore Thierry Frémaux aveva deciso di mettere al bando tutte le piattaforme Internet. E, proprio per queste ragioni, la Festa ha deciso di dedicare al delegato generale un “Incontro ravvicinato”.

Per gli altri “incontri” con il pubblico è confermata la partecipazione di Martin Scorsese e Isabelle Huppert, premiati alla carriera rispettivamente da Paolo Taviani e Toni Servillo. Ma tra i “nomi” della Festa figurano anche Sigourney Weaver, Alice e Alba Rohrwacher, Shirin Neshat, Giuseppe Tornatore, Pierre Bismuth e Mario Martone. L’immagine del festival è rappresentata dal mitico Peters Sellers. All’attore inglese è dedicata una retrospettiva che comprende “Hollywood Party” di Blake Edwards e “Lolita” di Stanley Kubrick. È in programma la presentazione la sua prima biografia italiana, “In Arte Peter Sellers”, scritta da Andrea Ciaffaroni. Nell’altra personale della Festa vengono mostrati i film di Maurice Pialat.

Altra differenza rispetto a Venezia è l’abolizione di premi e giurie. Alla Festa di Roma sono gli spettatori ad assegnare l’unico riconoscimento previsto: il Premio del pubblico Bnl. L’apertura dell’edizione 2018 della Festa è dedicata a “7 sconosciuti a El Royale”, film di Drew Goddard, che presenta un cast dal sicuro interesse, composto da Jeff Bridges, Dakota Johnson, Jon Hamm, Nick Offerman e Chris Hemsworth. Nella sezione principale, che dal 2014 non è più competitiva, appaiono numerosi titoli: “Halloween” di David Gordon Green, remake del cult movie firmato da John Carpenter quarant’anni fa; “Stan and Ollie”, con John C. Reilly e Steve Coogan nei panni del celebre duo comico e “Beautiful Boy”, del cineasta belga Felix Van Groeningen, con Timothée Chalamet e Steve Carell.

Da menzionare anche “Millennium: quello che non uccide”, con Claire Foy nei panni di Lisbeth Salander e “Il mistero della Casa del Tempo” di Eli Roth, con Cate Blanchett e Jack Black. È previsto l’ultima prova d’attore di Robert Redford, “The Old Man & The Gun”. Così come “Green Book” di Peter Farrelly, che vede protagonista Viggo Mortensen e “Boy erased” di Joel Edgerton, interpretato da Lucas Hedges e Nicole Kidman. C’è attesa per “They Shall Not Grow Old”, la personale rilettura della Prima guerra mondiale di Peter Jackson, così come per “Fahrenheit 11/9”, l’atto d’accusa di Michael Moore contro le politiche di Donald Trump. Gli italiani sono rappresentati da tre titoli: “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis, “Diario di tonnara” di Giovanni Zoppeddu e “Notti magiche” di Paolo Virzì, il film che chiude la Festa.

Aggiornato il 17 ottobre 2018 alle ore 18:37