Infiniti Subsonica in “8”, il loro ultimo disco

Gli anni ’90 dei nostri giorni: il nuovo album dei Subsonica – uscito il 12 ottobre - è una commistione di più frontiere musicali, dancefloor, elettronica, rock, pop, con rimandi alla new wave, in cui sia annulla la volontà di identificare e di distinguere epoche e dove si palesano diverse concezioni temporali e spaziali che viaggiano sulla stessa linea d’onda, fatta di vibrazioni forti, pulsanti.

“8” è una fotografia in digitale di una nostalgia percepita infinita nel passato e nel presente; ci sono sì dei riferimenti musicali agli anni ’90, gli stessi però che allora erano all’avanguardia, spaziali, proiettati al futuro. E questo lo si può notare sin dal primo brano del disco, Jolly Roger, “veliero” che traccia il percorso di un viaggio circolare, degli uomini che riprendono la traiettoria di ciò che è stato per determinare quel che verrà, consapevoli che in ogni caso “adesso siamo qui”, tra computer e mixer.

Ottima scelta quella di fare un featuring con Willie Peyote ne L’incubo; sarebbe stato inevitabile, d’altronde, un simile coinvolgimento: in un disco talmente puntuale e intelligente, i Subsonica hanno deciso di collaborare con un artista che si sta affermando sempre di più sulla scena musicale non solo per qualità artistica, ma anche per l’acutezza con cui affronta determinate tematiche dei giorni nostri, ben riuscendo a coinvolgere, con parole semplici e dirette, un pubblico vasto e differenziato. Cantano così di sospensioni, di rotte fatte di incertezze e paure nell’essere liberi, alla ricerca di risposte tra perplessità calcolate e incalcolabili.

Poi si arriva al Punto critico, frenetico grazie alla batteria martellante di Ninja, che bussa alle coscienze di ognuno di noi, che ci riflettiamo nelle vetrine non per specchiarci, ma per essere parte di una visione offuscata della realtà; il tutto con la consapevolezza di essere sull’orlo del baratro e fingendo di non conoscere il burrone sotto ai nostri piedi. Fenice fa pensare ai Subsonica degli esordi, che resistono al tempo, perché in fondo il significato potente, forte, simbolico, è nel titolo stesso, immortale, e “poi dalle ceneri rinascere”.

Da semplici ma vitali richieste e aspirazioni di Respirare, si arriva alla consapevolezza di ciò che effettivamente siamo in Bottiglie rotte, manifesto di una realtà filtrata dove avvertiamo la necessità di spogliarci delle apparenze in cui siamo intrappolati; di coinvolgerci, chiedendoci spontaneamente come stiamo.

Si naviga su Le onde di suoni più pacati, che lasciano lo spazio all’immaginazione in un mare di ombre; è un’esperienza sonora tenera, malinconica e in parte nostalgica, che mette in evidenza le vibrazioni di noi in relazione al tempo, di noi che surfiamo sulle onde di punti interrogativi. Uno, che di rotte ne ha seguite, era anche il produttore Carlo Rossi, figura importante per la scena musicale torinese e più in generale per la discografia italiana, scomparso nel 2015, amico a cui i Subsonica dedicano il brano in questione.

In L’incredibile performance di un uomo morto, scritto da Boosta, c’è romanticismo, tanto da sentire il lento e teso tragitto di lacrime che cadono sul viso. Nuove radici invece è una promessa di rinascita, che poi è strettamente collegata alla simbologia del numero 8; in questo percorso, il passo dalle sonorità spaziali degli altri brani, agli elementi musicali di questa traccia - che invece sono più cadenzati, inclini al funk - non è così breve, ma forse necessario, naturale.

Sono Cieli in fiamme e La bontà gli ultimi due pezzi dell’album: il primo, con un intro elettronico seguito dalla batteria, è il brano più rock del disco; nel secondo si attenuano toni e suoni.

Come pirati, partendo con Jolly Roger i Subsonica hanno sfidato il tempo nel migliore dei modi: in un mare sempre più contaminato, sono evoluti mantenendo la loro unicità, quella impronta che rimane sulla terra d’approdo; e l’approdo, in questo caso, è la voglia di continuare a ripartire per un viaggio circolare e infinito, per fissare così la loro bandiera.

Aggiornato il 17 ottobre 2018 alle ore 11:49