Una cultura spezzata

È passata pressoché inosservata la notizia di un provvedimento assai grave e carico di significati. La Scuola Normale di Pisa, l’istituzione considerata il vertice, la vetta di quelle culturali e didattiche, Scuola che non a caso ha una vita parallela a quella dell’Unificazione della nostra Nazione e che nei secoli ha saputo conservare un prestigio degno delle aspirazioni dei suoi fondatori, è stata spezzata, come una scuola elementare, con la costituzione di una “sezione distaccata” di Napoli, che però si profila già come realizzazione del vero e proprio carattere policentrico che, per ora “in prova”, dovrebbe divenire definitivo.

A protestare per questo sciagurato provvedimento è stato solo, che io sappia, il sindaco di Pisa. Ma la questione non è, ovviamente, quella di una disputa per la sede di una istituzione scolastica qualsiasi. La Scuola Normale di Pisa, la sua storia, il suo prestigio, il suo ruolo nella vita culturale della Nazione sono tali da far apparire subito ridicolo un provvedimento che solitamente viene adottato per andare incontro alle esigenze di trasporto e di alloggio dei giovani discepoli.

Le analoghe “sedi distaccate” delle Università, anche quando non sono state già in partenza un espediente per arrivare a soddisfare aspirazioni e favorire interessi con la moltiplicazione delle Università stesse, non credo abbiano fornito argomenti favorevoli a questa espressione di demagogia culturale localistica, anche se per le Università non era e non è contestabile il problema posto dalla loro dimensione oramai per talune di esse, sicuramente pletorica.

Questo “fare a pezzi” la Normale di Pisa è emblematico. Di una cultura che si sgretola e va a pezzi e di una classe dirigente che vede i problemi della cultura come problema di mezzi di trasporto, di disponibilità di posti in pensioni e collegi ed altre cose del genere. La nostra solidarietà al sindaco di Pisa. E la nostra preoccupazione, oltre e più che per il provvedimento ed il suo valore iconoclasta, per l’indifferenza di cosiddetti intellettuali e padri nobili della cultura di fronte ad esso.

 

                                                          

Aggiornato il 10 dicembre 2018 alle ore 13:32