IL FANATISMO ISLAMICO È IL POPULISMO DEI REGIMI ARABI

A ben pensarci il populismo è nato nei paesi arabi, e mussulmani in genere, con la trasformazione della religione islamica – che già da sempre presentava il rischio di essere uno strumento politico oppressivo da usare da parte del potere assoluto che ha sempre caratterizzato i loro regimi – in una sorta di arma geo politica da usare contro l’Occidente sin dai tempi di Khomeini.

In seguito anche il versante sunnita dell’Islam ha adottato la stessa arma e da allora, da ben prima dell’11 settembre 2001, ecco servito il fanatismo ed il terrorismo. Che sta ideologicamente ai paesi di quell’area – grosso modo tra Africa del Nord e Medio Oriente - come il populismo e il sovranismo stanno ai nostri paesi. Una cosa a metà tra il consolatorio e la captatio benevolentiae dei disagiati. E c’è anche – a ben vedere – una spiegazione sul fatto che gli arabi usino la religione per fare presa sul popolo mentre italiani, inglesi, polacchi e americani si servano del semplice messaggio politico che si richiama alla difesa dei confini e all’ostilità verso il mondialismo.

Infatti, mentre in paesi come Algeria, Afghanistan, Sudan, Egitto, Territori palestinesi, Iraq, Iran e Afghanistan la distinzione tra stato e Allah è oggi come ieri assai problematica, in quasi tutto l’Occidente la fede conta ma non sovrasta. Quindi un populismo di matrice religiosa non avrebbe di certo fatto presa su un popolino, una plebe, costituita per lo più da ultras da stadio o da abitanti di periferie cittadine tralasciate dallo snobistico potere centrale e dalle loro addormentate e sedicenti elite. Però, mutatis mutandis, il richiamo della foresta è quello: in Egitto e a Gaza si può fare populismo inventandosi gli ebrei e il sionismo come nemico mortale. In Italia il populismo ha fortuna immediata incitando alla xenofobia e partendo da basi di fatto più solide: il degrado in cui versano le metropoli e il non controllo sostanziale sull’immigrazione.

Si potrebbe quasi dire che il populismo islamico è soprattutto una questione di fede male interpretata e in mala fede indirizzata verso quella fascia di popolazione sostanzialmente ignorante e analfabeta oltre che poverissima. Mentre il populismo di marca europea e americana è un messaggio semplificato verso quei ceti medi e popolari che si sono sempre più impoveriti per le politiche economiche errate quando non folli promosse o avallate di fatto dalle elite snob di cui sopra che adesso pagano il conto. Sia come sia, i due fenomeni possono essere paragonati e non rappresentano di certo alcunché di positivo per l’evoluzione della specie umana.

Aggiornato il 21 gennaio 2019 alle ore 13:31