Consueto appuntamento settimanale con la rubrica de “L’Opinione delle Libertà” che vuole dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Per questo week-end vi consigliamo “Poesie jazz per cuori curiosi” di Paolo Fresu (Rizzoli).

Paolo Fresu ha iniziato a studiare la tromba a undici anni, mentre suonava nella banda del paese. Da allora non si è più fermato: ha registrato più di centoventi album, si è esibito nei più importanti festival italiani e internazionali, ha insegnato musica, ha ricevuto numerosissimi premi come miglior artista e miglior leader di gruppo, ha collaborato con musicisti dalla più diversa formazione e provenienza, ha fondato il festival Time in Jazz. Jazzista di fama internazionale, vive tra Bologna, Parigi e la Sardegna.     

La Storia

Poesia, musica e linguaggio pittorico: tre colori primari che danno vita ad un arcobaleno infinito di emozioni. Una mescolanza di linguaggi che si completano e si arricchiscono vicendevolmente, fuoriuscendo dagli argini della razionalità e del dogmatismo.

Una preziosa raccolta di poesie e piccole prose che racchiude anima e cuore di uno dei più acclamati musicisti jazz italiani. Una sfida letteraria che con coraggio ed umiltà si propone di sperimentare nuovi strumenti creativi per dar voce alle emozioni più intime e alle riflessioni più profonde. Fresu si serve della propria naturale dimistichezza con le note per impugnare con decisione il verso poetico ed addomesticarlo, rendendolo umile servo della propria creatività. Attraverso un viaggio che è sia personale, sia universale, vengono affrontati temi come la libertà, l’arte, l’accoglienza ed il vivere quotidiano, un pelligrinare senza coordinate precise per cui non serve obliterare il biglietto, ma solo spalancare i confini del cuore e della mente.

“Chissà cosa pensano gli storni quando sfrecciano i caccia, rombi di tuono e velocità di saetta: forse dicono che non sanno cantare. E può mai sbocciare l’amore in un aeroporto, luogo asettico e impersonale per eccellenza? E, ancora, che verità occultano i luoghi: New York, dal sapore di cartolina già ricevuta, o Haiti, ricordo che non appassisce? Abituato a esprimersi attraverso la musica, Paolo Fresu in questa preziosa raccolta di poesie e piccole prose sperimenta il linguaggio della parola come strumento di creatività. In un percorso per associazioni di idee esplora grandi domande sulla libertà e la vera funzione dell’arte, si sofferma su suggestioni nate dal quotidiano e dai suoi viaggi, riflette sulla diversità e l’accoglienza, gioca cogli uccelli e coi colori, si abbandona a voli della mente per tornare infine alle radici della patria Sardegna”.

Paolo Fresu si serve della penna per completare l’opera iniziata con la tromba, come in un unico flusso emotivo che resterebbe altrimenti incompleto. In questo è aiutato magistralmente dall’inchiostro di Anna Godeassi, che con le sue illustrazioni oniriche e piene di sentimento mette la ciliegina sulla torta ad un’opera fatta di parole e suoni.

“Poesie jazz per cuori curiosi” è come aria fresca che entra da una finestra spalancata sul mare, per poi disperdersi di nuovo nell’orizzonte.

Aggiornato il 08 febbraio 2019 alle ore 00:40