Ritorna puntuale la rubrica settimanale con la quale “L’Opinione delle Libertà” vuole dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Elena di Sparta” di Loreta Minutilli (Baldini + Castoldi).

Loreta Minutilli è nata nel 1995 in provincia di Bari, dove ha conseguito la laurea triennale in Fisica. Il suo racconto “L’universo accanto” si è classificato tra i cinque finalisti del Premio Campiello Giovani 2015. Il romanzo “Elena di Sparta” è stato uno dei nove finalisti della XXXI Edizione del Premio Calvino. L’autrice vive a Bologna dove studia Astrofisica.

La Storia

La sua bellezza è proverbiale. Elena, figlia di Leda e di Zeus, è una delle donne più discusse della storia, condannata a portare su di sé il pesante fardello di aver scatenato una guerra, quella tra Sparta e Troia. Ma Elena fa i conti con un peso ben più grande: la propria avvenenza. Se da un lato il suo aspetto le conferisce un grande potere, dall’altro la condanna ad essere un mero oggetto da contemplare. Ormai giunta alla vecchiaia, la Elena di Loreta Minutilli si racconta con grande sensibilità e modernità, regalando delle piacevolissime sorprese.

Giunto tra i finalisti del Premio Calvino, il lungo monologo di “Elena di Sparta” dà voce ad una donna famosa, suo malgrado, per il tradimento e l’abbandono del marito, vicenda che scatenò la sanguinosa guerra tra Atene e Sparta, così come narrato nell’Iliade di Omero. Quella che ci si trova di fronte, però, è una Elena che sceglie la propria colpevolezza, una donna moderna e determinata che decide di partire per amor di sé stessa prima che di un uomo. A Troia, infatti, le donne contavano quanto gli uomini e finalmente Elena avrebbe potuto rivendicare la propria essenza, al di là del proprio aspetto. Un viaggio spirituale di cui nessuno aveva mai parlato prima, che suona come una liberazione dal peso della Storia.

“Quando, dopo dieci anni e dopo il famoso assedio di Troia da parte dei Greci, Elena viene riportata in patria, Menelao ha solo una domanda da farle: perché? Perché ha deciso di scatenare una guerra? La risposta di Elena è semplice. Le sembrava l’unico modo per dimostrare a tutti l’esistenza di Elena di Sparta, l’unico modo che aveva di essere ascoltata. “Racconta, allora, le dice Menelao. Ed Elena comincia a raccontare. Fin da piccola l’idea di essere considerata una dea le era parso qualcosa di grandioso, presto quella pura illusione si infrange. Teseo la rapisce e la stupra, quando Castore e Polluce, suoi fratelli, vanno a riprendersela viene data in sposa a Menelao e diventa la regina di Sparta. Ma Elena non si accontenta e decide di fuggire con Paride verso Troia, città in cui le donne contano quanto gli uomini, in cui possono scegliersi i mariti. Presto però si rende conto che anche lì il suo parere non è richiesto”.

Loreta Minutilli ci regala una figura spogliata di ogni veste mitologica, con addosso la sola essenza di donna. La Elena romanzata si distacca volutamente da quella storica e decide di parlare in prima persona come farebbe una donna odierna, così da veicolare con maggiore potenza il proprio messaggio.

La giovane autrice, con abilità e naturalezza, attualizza un mito greco di 2500 anni fa, permettendo di ritrovare in Elena molto delle donne di oggi, in una vicenda dalle molteplici sfumature ed interpretazioni.

Aggiornato il 08 marzo 2019 alle ore 11:55