La Fondazione Aliyev: riflesso dell’eredità dello storico leader

mercoledì 8 maggio 2019


L’Azerbaigian si appresta a celebrare due importanti date, il 96esimo anniversario dalla nascita del leader nazionale Heydar Aliyev e il 15esimo anniversario della Fondazione Heydar Aliyev, la cui attività incarna il ricordo del leader storico dell’Azerbaigian.

La storia moderna dell’Azerbaigian è indissolubilmente legata a Heydar Aliyev, personaggio di rilievo, che ne ha influenzato passato e presente e il cui valore rimane vivo nel suo popolo. Heydar Aliyev fu alla guida della Repubblica dell’Azerbaigian a partire dal 1969, quando fu eletto Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Azerbaigian, fino al 1982, anni considerati come un periodo di rinnovamento, sviluppo dinamico e rinascita culturale nel Paese. Nel dicembre 1982 Heydar Aliyev fu promosso Vice Primo Ministro dell’Urss e divenne uno dei leaders dell’Unione Sovietica, con competenze su aree quali salute, scienza, industria pesante e leggera, trasporti, comunicazione, cultura ed educazione. Con il disfacimento dell’Urss e la riconquista dell’indipendenza, l’Azerbaigian attraversò un momento di grandi difficoltà: tra il maggio e il giugno del 1993, con l’incombente rischio di guerra civile e di perdita di una appena riconquistata libertà, Heydar Aliyev fu identificato dallo stesso popolo come il solo che potesse intervenire.

Durante la sua presidenza, tra il 1993 e il 2003, Heydar Aliyev ha traghettato il Paese dalle rovine post Urss verso la stabilità e la crescita economica, rafforzandone la posizione geopolitica internazionale. Heydar Aliyev, riprendendo l’eredità della prima repubblica azerbaigiana del 1918-1920, definisce una nuova forma di patriottismo civico, che si modella attorno alla specificità culturale del Paese. Il leader ha rappresentato per l’Azerbaigian l’idea di secolarismo, libertà e indipendenza, la necessità di edificare istituzioni statali contemporanee, occidentali e moderne, istituzioni consolidate a sostenere lo sviluppo della società civile e dell’economia, promuovendo l’identificazione dell’opinione pubblica e delle strutture di potere, sfruttare la strategicità del Paese collocato tra Oriente ed Occidente per accrescere l’indipendenza e le immense risorse energetiche per la modernizzazione del Paese e risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh con il suo immenso costo umanitario, un milione tra rifugiati e sfollati interni nel 1988-1994, all’interno della legalità delle convenzioni internazionali. Heydar Aliyev è stato il primo presidente azerbaigiano a visitare l’Italia nel 1997, incontrando le istituzioni politiche ed economiche, sostenendo l’apertura dell’ambasciata azerbaigiana e gettando le basi di un rapporto che si rafforza ulteriormente; una relazione concretizzata dai continui e crescenti scambi economici e culturali e dalla promozione di progetti strategici, anche per l’Europa, come il gasdotto Tap che entro il 2020 vedrà la luce.

La Fondazione Heydar Aliyev, che festeggia i 15 anni di attività e che è stata fondata per la necessità di riflettere la ricca eredità morale di Heydar Aliyev, sottolineando l’importanza per il Paese della filosofia dell’azerbaigianismo, e coltivare le idee nazionali di stato nella giovane generazione, ha partecipato attivamente alla costruzione di una nuova società e al contributo allo sviluppo sociale ed economico del Paese, implementando vari progetti in ambiti quali istruzione, sanità pubblica, cultura, sport, scienza e tecnologia, ambiente, sociale e altre sfere. La Fondazione Heydar Aliyev rappresenta una vera meraviglia nel mondo della cultura, dell’arte e della diffusione di idee legate al dialogo interreligioso e al multiculturalismo. Conosciuta anche in Italia, la Fondazione ha lavorato molto alla cooperazione tra la cultura islamica e quella cattolica e storica e ne sono esempio le relazioni con la Santa Sede: rappresenta la prima fondazione di uno stato a maggioranza islamica ad intraprendere una cooperazione con il Vaticano. L’inizio della collaborazione tra la Fondazione e la Santa Sede risale al 22 giugno del 2012, quando nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura, fu firmato un protocollo di collaborazione tra la Fondazione Heydar Aliyev e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, riguardante una sovvenzione che ha permesso alla Santa Sede di restaurare un cospicuo numero di cubicoli dipinti delle catacombe romane. Altri interventi di restauro sono stati eseguiti a 48 manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana e alle librerie della Sala Sistine della Biblioteca stessa.

Nel 2016, la Pontificia commissione di archeologia sacra per il restauro delle catacombe romane presentò i risultati di un progetto, svolto con la collaborazione della Fondazione, finalizzato al recupero degli affreschi delle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sulla via Casilina e il recupero dei sarcofaghi di San Sebastiano sulla via Appia, inaugurati durante la visita in Vaticano nell’anno scorso di Mehriban Aliyeva, Primo vicepresidente della Repubblica dell’Azerbaigian e presidente della Fondazione stessa. Attualmente, grazie ai cospicui finanziamenti della Fondazione Heydar Aliyev, gli affreschi delle catacombe, che hanno conservato per lungo tempo le salme dei due martiri, sono tornati a splendere. Anni di lavoro per il recupero del cubicolo di Susanna e del fossore, la nicchia di Daniele, l’arcosolio di Sabina, l’arcosolio di Orfeo, il cubicolo della Madonna con due magi, e il cubicolo della matrona orante. Le tecniche più avanzate di pulitura con il laser hanno permesso di togliere la patina grigia da immagini decorative di grande bellezza.  In Italia la Fondazione Heydar Aliyev promuove la conoscenza della cultura e delle tradizioni azerbaigiane, grazie alla partecipazione ad importanti eventi nazionali ed internazionali, come la Biennale di Venezia, in cui anche quest’anno l’Azerbaigian ha un suo padiglione nazionale. Importante anche l’organizzazione di mostre e concerti in Italia, l’erezione nel parco di Villa Borghese di Roma di un monumento dedicato al noto poeta azerbaigiano Nizami Ganjavi, e l’indimenticabile sostegno dato dalla Fondazione per il restauro dei rilievi della Sala dei Filosofi di Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini, a Roma.

Durante la visita del presidente Sergio Mattarella a Baku nel luglio 2018, proprio grazie alla Fondazione, è stata inaugurata la Mostra dedicata ad Ismail I Sophi, con dipinti provenienti dalla Galleria degli Uffizi di Firenze. Inoltre, si evidenzia che immenso è il lavoro storico e archeologico che lega università e mondo accademico italiano con quello dell’Azerbaigian.


di Domenico Letizia