“Quel giorno d’estate”: Quando il terrorismo uccise l’amore

La vita? Certamente un gioco di dadi. La posta? L’esistenza stessa: un bel giorno esci felice per incontrare qualcuno nel parco, come la nuova fiamma del tuo giovane fratello e, invece, trovi buio pesto in pieno giorno. Ovvero, capita sempre più spesso e per nessun motivo apparente di incontrare la notte eterna cui ti condanna un terrorismo senza occhi, ma con una mira perfetta per imporre il dolore assoluto alle sue vittime innocenti. Così come ce lo racconta il film francese Quel giorno d’estate (nelle sale italiane dal 30 maggio), per la regia di Mikhaël Hers, dotato di un lirismo praticamente perfetto e assoluto, carico com’è di emozioni fondamentali che non si lasciano degradare nella loro essenzialità dalla geografia dei contesti narrativi. Cioè: sappiate che può accadere in qualunque luogo di questa Terra e in qualunque tempo della Storia. Perché questo è anche il territorio in cui agisce la Bestia umana. Chi colpisce in quel modo demenziale non solo è fuori dalla ragione e dall’umanità ma è anche un perfetto idiota assassino, che non ha nessuna idea su come farsi giustizia di un torto storico eventualmente subito. Così, cara Sandrine, può capitare che la tua meravigliosa Amanda, bambina bionda con bellissimi occhi chiari, intelligente e rotondetta, precipiti nel vuoto affettivo un attimo dopo essersi accorta di averti perduta per sempre.

Il destino, come si sa, ama ripetersi, dato che anche Sandrine e suo fratello David sono rimasti orfani di fatto, con un padre precocemente scomparso e una madre inglese che li ha abbandonati bambini tornando tra le nebbie affettive e malandate della sua Londra e senza mai più farsi vedere, per inseguire un amore ruggente e divisivo che non ha parole per chi viene lasciato indietro. E il dolcissimo David, mite e sensibile, come potrà coltivare privo di esperienza quel fiore multicolore, delicato e incerto di Amanda bambina? Lui, giovane zio precario che alloggia in un minuscolo studiò, datogli in comodato d’uso gratuito in cambio dei servizi di portinaio multilingue da un nuovo mercante di schiavi dell’era moderna, che ha il volto perbene di un disinvolto immobiliarista, proprietario di numerosi appartamenti parigini immessi esentasse nel circuito internazionale di B&b? Proprio lui, scapolissimo, che per sbarcare il lunario è costretto a lavorare part-time per il Comune di Parigi come potatore di alberi e piante dei giardini pubblici? E chi consolerà quel suo pianto disperato che lo coglie nei momenti topici del suo frenetico solcare in bici o a piedi frettolosi e stanchi le strade parigine rigurgitanti vita, luci e attività commerciali, con i suoi bistrot che si aprono a ogni ora nei vicoli e sui marciapiedi dei grandi boulevard?

Da solo no, non ce la potrebbe fare. Ma Amanda, ovviamente, farà il miracolo per il giovane e amatissimo zio. Anche se David non riesce a capire che non deve disfarsi degli oggetti personali di sua sorella Sandrine, come lo spazzolino da denti o il piumino per la cipria. Perché Amanda conosce istintivamente la forza dei simboli e si lascia conquistare dai giochi all’aperto, dal bello in tutte le sue forme: la sua fantasia e la gioia di vivere non muoiono all’alba o nel primo pomeriggio con un sole rifulgente che scalda le foglie degli alberi del parco dove sua madre troverà l’ultimo, imprevedibile traguardo finale della sua giovane vita. E lei, la “rondelette”, dispenserà tutt’intorno a sé la fiducia nella vita malgrado tutto, grazie all’estrema bellezza, sincerità e genuinità che si hanno a sette anni, quando il Destino ti chiama con troppo anticipo a vivere un’età adulta e devi consolare anziché essere consolata, perché a volte le persone più grandi hanno fragilità ben superiori alle tue, anche se non lo sanno. Perché, una partita di tennis si può anche vincere da grandi campioni partendo da uno svantaggio di “zero-a-quaranta” nell’ultimo decisivo set. Non lo sai, ma ne sei certa, che da qualche parte ci saranno donne giovani, belle, sensibili e nonne un bel po’ in ritardo per prendersi cura di te e dello zio David.

Aggiornato il 09 maggio 2019 alle ore 11:11