Anche in questo venerdì torna puntuale la consueta rubrica con la quale “L’Opinione delle Libertà” vuole dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Ogni riferimento è puramente casuale” di Antonio Manzini (Sellerio Editore).

Antonio Manzini Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi Sangue marcio e La giostra dei criceti, quest’ultimo pubblicato da Sellerio nel 2017. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016), 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), Lanello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018) e Rien ne va plus (2019). Nel 2015 ha pubblicato Sullorlo del precipizio in altra collana di questa casa editrice.

La Storia

Un mondo ironico e scanzonato dove “ogni riferimento è puramente casuale”, oppure no. Lo scenario editoriale e culturale tratteggiato da Antonio Manzini è popolato da editori senza scrupoli, scrittori dalle belle speranze, critici esasperati ed addetti stampa dagli ingaggi d’oro, che danno vita ad una silloge di racconti dal piglio irriverente ed umoristico.

L’autore di Rocco Schiavone si avventura in un panorama che conosce bene e ne esalta vizi e virtù, sovrapponendo il piano fantastico a quello reale, con il rischio, ben calcolato, che i confini si confondano fino a sfumare. Quasi come in un inferno dantesco dominato dalla legge della gloria e del profitto, si susseguono personaggi disposti a vendere l’anima al diavolo per un posto d’onore nell’olimpo dell’editoria o anche solo per una recensione adeguata.

“Dal rito delle presentazioni, alle campagne comunicative, dall’ossessione della prima pagina, alla ricerca della benevolenza del critico, dalla concorrenza tra editori, alle abitudini degli uffici stampa, all’incubo dei manoscritti, questi racconti sono tutti scritti con un sarcasmo al limite del grottesco. Non a caso la morte, la rovina, la caduta sono presenti in tutte le storie, quasi che il successo sia frutto di un patto col diavolo e si sia davvero disposti a vendere l’anima pur di raggiungere la pubblicazione, il successo, la vetta delle classifiche. È una corsa che non risparmia nessuno, né l’autore che vuole essere consacrato ai posteri, né l’editore a caccia del best seller, né il critico la cui fama è pari alla sua purezza, né il libraio che punta sull’ospite importante da esibire, e neanche il lettore disposto a mettersi in fila per ore per un autografo. È il mondo della comunicazione quello che più interessa e diverte Manzini, con i suoi miti, le sue prigioni, gli immancabili riti; anche il sesso finisce per farne parte come un ingrediente indispensabile con cui condire il successo”.

Antonio Manzini, con la sua penna dal tratto inconfondibile, diverte e fa riflettere, conducendo il lettore alla scoperta di un universo spogliato di ogni apparenza perbenista, ma pur sempre dominato dalle speranze.

Aggiornato il 10 maggio 2019 alle ore 11:40