I rapporti con l’Islam e le “omissioni” della Chiesa

I rapporti con l’Islam, il ruolo della Chiesa nella società contemporanea e lo “stile” Bergoglio. Questi i temi affrontati a Palazzo dei Normanni, a Palermo, nel corso della presentazione del libro dal titolo Santità! Ma possiamo continuare a dirci cristiani? (Rubbettino, 120 pagine, 12 euro), firmato dal giornalista, scrittore e direttore de L’Opinione Arturo Diaconale.

La location del dibattito è stata la Sala Rossa del Palazzo Reale, generalmente sede di commissioni e vertici dell’Assemblea regionale siciliana ma, per la prima volta, luogo di un dibattito aperto. I relatori dell’incontro sono stati: monsignor Giovanni Lanzafame, antropologo e mariologo, Adham Darawsha, assessore alle Culture del Comune di Palermo e il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Gianfranco Micciché. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Guido Monastra.

Diaconale non ha risparmiato critiche alle posizioni “politiche” di Francesco. “Papa Bergoglio – ha detto – si è spinto più in là dei suoi predecessori, fino a trasformare la Chiesa Cattolica nella più grande ‘Ong senza navi’ del pianeta”.

La provocazione di Diaconale ha alimentato un ispirato dibattito con monsignor Lanzafame e l’assessore Darawsha sulla forza della dottrina dell’Islam nell’età contemporanea, rispetto a quella cattolica, con un richiamo da parte del religioso ad una maggiore coerenza da parte della Chiesa.

Darawsha, nativo di Nazareth, ha ricordato le proprie origini. “Sono di famiglia musulmana – ha chiosato – ma chi nasce in Terra Santa non può non avere rapporti con la religione cattolica. Il Papa sta mettendo in discussione il modello occidentale. Il libro di Diaconale ha il merito di far riflettere molto su questo aspetto. Ma, fra mondo islamico e mondo cristiano, ci sono molti punti in comune, più di quanti si possa immaginare”.

Gianfranco Micciché ha detto di non conoscere “l’Islam se non per quello che ci racconta la stampa o che ci dice Salvini. Ma se oggi viviamo questa condizione è perché la Chiesa Cattolica ignora l’argomento, non ne parla. Fino a quando a Palermo nessuno parlava di mafia ‘da fuori’ si pensava che fossimo tutti mafiosi. Poi si è iniziato a parlare di mafia, ed hanno capito che non è così”.

 

Aggiornato il 21 giugno 2019 alle ore 13:15