Liberi di scegliere e di educare: per un nuovo modello scolastico

venerdì 12 luglio 2019


I risultati delle prove Invalsi diffusi in questi giorni dimostrano ancora una volta i limiti del nostro modello scolastico. A fronte di ingenti investimenti (la spesa pubblica per l’istruzione è seconda solo a quella per la sanità), gli esiti continuano a essere insoddisfacenti. Come provare a invertire questa tendenza? E a quali esperienze guardare, se nel nostro Paese qualcosa di buono è stato fatto?

A tali domande prova a dare risposta Anna Monia Alfieri nell’Occasional Paper Ibl dal titolo “Nell’autonomia scolastica, liberi di educare: è possibile. Il modello di Regione Lombardia”.

Per Alfieri, “usata per battaglie ideologiche e politiche senza tregua, intesa come un enorme sistema di ammortizzazione sociale, la scuola è stata depredata da decenni di saccheggi e malizia politica e lobbistica che l’hanno di fatto squassata, resa inefficiente, obsoleta, noiosa e repellente per larghi strati dell’utenza. […] Emerge oggi più che mai una visione statalista della scuola che sta letteralmente soffocando la pubblica istruzione, portando l’Italia agli ultimi posti di competitività e efficienza del sistema”.

L’unica soluzione possibile riguarda allora l’autonomia scolastica: la libertà di scelta educativa all’interno di una offerta formativa plurale. Perché, come afferma Alfieri, “impedire la libertà di scelta educativa e azzerare il pluralismo educativo ha un costo sociale ed economico non indifferente”. E un tentativo per cercare di andare in questa direzione può essere ravvisato in quanto fatto da Regione Lombardia, soprattutto con il sistema della “dote scuola”.


di Istituto Bruno Leoni