Vita e storia di Primic al Quirino

Quali e quanti colori ha il… Silenzio? Tutti quelli del Limbo cristiano, direi... Per accorgersene è sufficiente assistere al Teatro Quirino all’interessante, ironico, misterioso e coinvolgente spettacolo di Alessandro GassmannIl Silenzio Grande”, su testi di Maurizio De Giovanni, in scena fino al 27 ottobre. Lo spettro visibile e invisibile della radiazione che gli uomini chiamano “Vita” è tutto attorno a noi: al di qua come al di là. Solo che le due dimensioni non si toccano ma si contaminano secondo proprietà della Materia a noi completamente sconosciute. Storia di un grande scrittore, Valerio Primic, della sua famiglia, delle pene di padre che crede di stare nella realtà mentre viaggia a una velocità senza moto, immerso nei suoi amatissimi autori antichi e moderni le cui vite intellettuali sono sigillate per l’eternità in migliaia di testi letterari, suddivisi secondo un ordine mentale noto soltanto a lui, lo scrittore-bibliotecario. Tutt’intorno al protagonista, invece, le storie si muovono con una grande accelerazione sia all’interno che all’esterno del suo centro di gravità nel quale a volte precipitano, a volte rifuggono. Poi, quasi per miracolo, emergono improvvisamente dalle loro buche di potenziale i sedimenti degli affetti dolci e amari che, grazie a un’oscillazione stocastica di energia, si coagulano in particelle di memoria, rimanendo sorprendentemente intatte, inossidate dagli anni.

Soprattutto l’amore maturo rimane come sospeso, con le sembianze di un fantasma senza gravità, terribilmente lucente riverso com’è sui suoi fotoni che si rispecchiano in modo permanente attraverso un paesaggio immoto, invadendo la grande stanza adibita a scrittoio-biblioteca in cui rotolano le gioie, ma soprattutto le sventure di dell’esistenza di una famiglia che transita dalla gloria alla semi indigenza. Così, lo scrittore famoso (un bravissimo Massimiliano Gallo) ascolta senza mai essere riascoltato gli sfoghi e le confessioni urticanti di figlio, figlia e moglie, confortato nelle sue incertezze dai preziosissimi “leaks” del suo personalissimo Agente 007, Bettina la governante della famiglia di Valerio Primic, che ha mille occhi e un udito finissimo, esercitato da almeno tre decenni a catturare anche i sussurri dalla porta chiusa che separa la zona della cucina dalla grande sala della biblioteca e dal resto della casa. A Bettina (una perfetta Monica Nappo, che ricorda nella sua impeccabile recitazione lo stile ineguagliato di Titina De Filippo) interessa poco il denaro, perché la sua massima aspirazione è di trascorrere tutta la sua vita ad amministrare casa Primic, perfino rinunciando allo stipendio laddove le cose si mettono male, dal punto di vista economico. Del resto, quando si è sull’onda del successo e il tuo ritratto compare intriso di rispetto e di ammirazione nelle antologie letterarie dei licei, dopo aver vinto tre Premi Strega, è difficile mantenere il passo da velocista perché, come ti accorgi invecchiando, il mondo è ricolmo di campioni più giovani che tendono, come dire, a uccidere freudianamente il proprio padre e maestro.

Ma Bettina è un Virgilio a tutto campo che aiuta quel suo viaggiatore sprovveduto a recuperare terreno, consolando quella figura di padre troppo assente e marito adorabile ma delegante nell’educazione dei figli a moglie e domestica, perché la composizione letteraria, come tutti gli unti del Signore sanno, non ammette pause nemmeno per il sonno, divora tempo e genera le angustie che permeano della loro insoddisfazione le cancellature e le infinte riscritture del testo. Così Primic non si accorge dei turbamenti emotivi di una figlia che non riesce a innamorarsi dei suoi coetanei tutta attratta e assorbita dal complesso freudiano del padre, per cui la figura paterna rimane il baricentro pesante e ingombrante, il metro di misura che la guida nelle scelte amorose, sicché non le rimane che l’alternativa di scegliere i suoi amanti tra figure mature, con almeno il doppio della sua età. Stesso discorso, ma invertito, per il figlio maschio le cui scelte affettive saranno altrettanto fuori degli schemi degli amori classici che affollano la biblioteca paterna. Bettina, nel suo linguaggio ingenuo, schietto e diretto, sarà il Caronte che anche senza la moneta d’obbligo aiuterà Primic nella sua traversata impossibile per la scoperta dell’Altro da sé. Spettacolo imperdibile.

Aggiornato il 17 ottobre 2019 alle ore 11:14