L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.

Roma, Teatro Manzoni, ore 20. Entro nei camerini con il fotografo Domenico Chiriano per uno scatto benefico destinato al calendario Iusgustando. Un progetto dell’associazione di avvocati e magistrati ideato dall’avvocato Antonella Sotira, giunto al suo 18° anno di vita e del quale Matilde Brandi, una delle protagoniste dello spettacolo in scena, è la madrina.

Dietro le quinte si respira una bellissima aria di complicità, dovuta anche al successo riscosso dalla commedia “Ricette d’Amore” di Cinzia Berni, in scena fino al 24 di novembre in questo teatro per poi partire per una lunga tournée in giro per lo stivale. Dopo la foto ci si prepara per il “chi è di scena”.

Alle 20,50 sala gremita. Accanto a me scorgo Jane Alexander attenta a seguire lo spettacolo quasi come se lo stesse studiando, il che non escludo del tutto. Pochi posti a sinistra, Milena Miconi con il marito e Simone Ripa. Molti altri vip sparsi qua e là per la sala. Si apre il sipario. Inizio. La prima cosa che ci si chiede è come abbia fatto il regista Diego Ruiz a gestire quattro bellissime e talentuose femmine di quella portata, ognuna con un personaggio ben definito. Si sa che sulla coincidenza in scena non ci può essere rivalità, anche se sull’espressione della propria personalità può affiorare sempre qualche conflitto. Non in questo caso però, perché se qualcosa è emersa, non me ne sono assolutamente accorta. Samanta Togni, bellissima ballerina dal sorriso contagioso, divenuta nota grazie a “Ballando con le Stelle”, ha un personaggio simpatico e provocante, da burina appetitosa. Matilde Brandi, fisico mozzafiato, ha dato prova di attrice matura e consapevole, nonostante il collo del piede a ricordare che lei è e sarà sempre una Ballerina che ha studiato venti ore al giorno per raggiungere i risultati che ha ottenuto. Matilde interpreta una donna chic un po’ annoiata, madre di due gemelli (nella realtà ha due gemelle), dedita alla famiglia e a corsi di ogni genere per non cadere in tentazioni carnali. Patrizia Pellegrino, bella e solare, con Napoli che le esce da tutti i pori, anche se lei non rappresenta il prototipo della “femmena napulitana”, interpreta la padrona di casa, quella che fa da trait d’union in tutta la commedia. Ha una visione della vita scanzonata ma concreta. Poi c’è Federica Cifola, attrice che ha dei tempi teatrali pazzeschi. Le basta poco per far scattare delle risate fragorose, alcune delle quali diventano vere e proprie convulsioni. Vuoi perché rispetto alle colleghe ha un personaggio più vicino alla realtà, un personaggio nel quale identificarsi senza molti sforzi, vuoi perché è abbigliata come la maggior parte delle spettatrici, per di più è bellissima come le altre e fa tutto quello che fanno le altre, ma lo fa in pantofole, più libera, di un pensiero e di un agire liberi, quasi da strafottenza. E questo piace molto alle donne in sala, una piccola rivincita sulle loro esistenze. I quattro personaggi così concepiti sono davvero lo specchio della nostra società dove ce n’è per tutti i gusti.

Queste donne così diverse si incontrano grazie al corso di cucina, “A tavola con lo chef”, e mentre si ritrovano a casa di Silvia (Pellegrino) per ripassare le ricette per l’esame finale, entra in scena il corpo statuario di Luca, Ascanio Pacelli. Le pantofole diventano tacchi, gli accenti burini si attenuano, le timidezze si trasformano in sfacciataggini e la carineria diventa invidia. La storia si apre con l’ingresso della “statua-Pacelli” facendo rivoltare nella tomba gli illustri avi pontifici, sul palco le protagoniste della commedia e in sala le donne e gli uomini presenti. La sua apparizione sconvolge e travolge le singole anime, e non solo. L’epilogo va visto a teatro. Spettacolo divertente, protagonisti anche i cellulari, i quali nella società moderna hanno monopolizzato le nostre vite prendendone totalmente il controllo.

Fino al 24 novembre al Teatro Manzoni con il doppio spettacolo il sabato. Info e prenotazioni: 06/3223634.

Produzione Mente Comica

27 novembre PORTO SANTELPIDIO (FM)

29-30 novembre-1 dicembre NAPOLI

7 dicembre MOGLIANO (MC)

11-15 dicembre CALABRIA/SICILIA 

7 gennaio LAVELLO (PZ)

8-16 gennaio PUGLIA

17 gennaio BARI

22-27 gennaio SICILIA 

30 gennaio GIFFONI (SA)

1 febbraio APRILIA (LT)

11 febbraio CORINALDO (AN)

13 febbraio SORESINA (CR)

14 febbraio ISOLA DELLA SCALA (VR)

15-16 febbraio MILANO (Ecoteatro)

19 febbraio CONEGLIANO VENETO (TV)

21 febbraio CASATENOVO (LC) 

22-23 febbraio TORINO (Teatro Cardinal Massaia)

Aggiornato il 22 novembre 2019 alle ore 12:40