Diritti umani al cinema: due festival per un’edizione di successo

Un numero speciale per due festival di cinema che si occupano di diritti umani. Si è conclusa oggi l’edizione 2019 delle kermesse siciliane che si sono tenute nella Multisala Golden di Vittoria (Ragusa). Il XIX Festival internazionale del cinema di Frontiera diretto dal regista Nello Correale e il VII Vittoria Peace Film Fest ideato da Giuseppe e Luca Gambina hanno registrato un ottimo successo di pubblico. Numerosi i cinefili che hanno affollato la Sala 1 e la Sala 2 dello storico cinema vittoriese, a partire dal 9 dicembre.

La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, tratto da un romanzo di Dino Buzzati con la voce di Andrea Camilleri, ha vinto la settima edizione del Vittoria Peace Film Festival per “aver toccato con eleganza pittorica, allontanandosi arditamente dal mainstream dell’animazione cinematografica, temi di capitale importanza quali l’inclusione, la pace, la fratellanza, con un linguaggio in grado di catturare la platea più ampia”. Sono queste le motivazioni decise dalla giuria presieduta dal regista Francesco Calogero e composta dalle produttrici Mia Arfuso e Linda Di Dio, dalla cineasta Marianna Sciveres e dalla docente Rosa Parisi.

Per il concorso dei documentari, la scelta è caduta su 5X7. Il paese in una scatola di Michele Citoni, per avere “raccontato con stile sobrio un mondo che non esiste più, facendo ritrovare il senso dell’identità a una comunità, attraverso gli straordinari scatti in bianco e nero di Frank Cancian”.

La Selezione Ufficiale dei Cortometraggi dei due festival è stata firmata dalla Filmoteca Laboratorio 451 e curata dal giornalista Andrea Di Falco, in collaborazione con Chiara Pitti, Elisa Ragusa e Francesco Savarino. Sui quasi 500 cortometraggi giunti ai festival, 20 sono stati i film brevi ammessi ai due concorsi e due sono stati i corti fuori concorso.

Il Miglior cortometraggio del Vittoria Peace Film Fest è stato Baradar di Beppe Tufarulo, per “il realismo e per la storia che va dritta al cuore: l’amore familiare, la speranza, i sogni, i ricordi. Ma, soprattutto, il sodalizio fraterno che diventa il motore e l’obiettivo di tutto il film breve”. Il premio speciale della giuria è andato al corto Il posto della felicità di Aliosha Massine.

Il premio intitolato allo storico del cinema Sebastiano Gesù è stato attribuito al film L’età giovane dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne. “Un film che sarebbe piaciuto molto a mio marito”, ha chiosato la moglie Rosa Parisi, durante la cerimonia di premiazione presentata dalla giornalista Daniela Citino e che ha registrato anche la presenza della Commissione straordinaria del comune di Vittoria.

“Il Vittoria Peace Film Fest – ha detto il commissario Filippo Dispenza – contribuisce al rinascimento culturale, sociale e civile di questa città”. Dispenza si è complimentato con gli organizzatori e direttori artistici del festival Luca e Giuseppe Gambina. Si è chiusa anche la diciannovesima edizione del Festival internazionale del cinema di Frontiera ospitata a Vittoria, nell’ambito del Vittoria Peace Film Fest. Il fondatore e direttore artistico Nello Correale ha ringraziato Giuseppe Gambina per l’ospitalità ricevuta. “Di questi tempi non è facile mettere a disposizione delle sale”. Poi Correale ha dato appuntamento al prossimo anno a Marzamemi (Pachino, Siracusa), per il ventennale del festival. Per quanto concerne la sezione ConCorto, la giuria composta dal direttore del premio Globo d’oro e giornalista francese Bernard Bedarida, dal regista Pasquale Scimeca e dal giornalista Gianni Molè ha scelto Madiba di Gabriele Cecconi come miglior corto, perché il film “offre diversi contenuti di carattere socio-politico ma anche intimistici e idealistici”.  

“Il film breve – si legge nella motivazione – con una regia asciutta e lineare racconta l’esperienza della solitudine e del dolore e il conseguente bisogno di ogni uomo di aiutarsi l’un l’altro, con immagini simbolo semplici ma eterne, archetipi della cultura laica e religiosa come la condivisione del pane, del lavoro e del focolare”. Il premio speciale della giuria invece è andato a Pepitas di Alessandro Sampaoli. Il corto indaga il rapporto affettivo tra le nuove e vecchie generazioni all’interno dello stesso nucleo familiare sul tema della doppia vita con la macchina da presa capace di evidenziare al momento giusto le sfumature di un rapporto tra nonna e nipote dove non c’è bisogno di molte parole per capire ma la genuinità dei sentimenti sgorgano naturali e soprattutto evidenziano l’identità dei due protagonisti superbamente interpretati da Lino Guanciale e Ariella Reggio.

“Per i lungometraggi invece il Cinema Frontiera – afferma il direttore artistico Nello Correale – seppure nella sua forma ridotta ha deciso di premiare i cinque film selezionati ovvero Il segreto della miniera di Hanna Slak, La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, Sole di Carlo Sironi, Santa subito di Alessandro Piva, Sea-Watch 3 di Jonas Schreijag e Nadia Kailouli.

Aggiornato il 13 dicembre 2019 alle ore 19:00