Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamoIl gioco non vale la candela” di Giulia Viganò (Scatole Parlanti).

Giulia Viganò è nata a Piacenza nel 1988. Dopo la laurea in Lettere Moderne, si è trasferita a Londra e si è specializzata in Letterature Comparate. Nel 2015 è tornata in Italia per studiare giornalismo e scrittura. Vive a Milano, dove lavora come copywriter e giornalista freelan­ce, occupandosi principalmente di viaggi, arte e cultura. Il gioco non vale la candela è la sua prima pubblicazione.

La Storia

Una raccolta di racconti profondi come il mare, nei quali dietro a un velo ironico si cela spesso una malinconia dolorosa. Scorci improvvisi su scenari tanto diversi tra di loro quanto uniti da una sottile linea riflessiva sui bisogni fisici e mentali di ognuno di noi.

“Un vecchio pescatore che scompare misteriosamente in mare, travolgendo la tranquillità di un villaggio; un uomo alla ricerca di un poster per una parete troppo bianca; una cena di Natale perfetta che all’improvviso viene infestata da un puzzo tremendo; un bambino che non riesce a ridere alle barzellette dei compagni e rimane intrappolato in una finta risata. Il gioco non vale la candela raccoglie dieci racconti che parlano di desideri nascosti, scelte mancate, rinunce e sogni abbandonati per strada. Dalle crepe di una quotidianità rassicurante ma senza ambizioni, sempre sul punto di frantumarsi, affiorano le fantasie, le ossessioni e le inquietudini di personaggi qualunque che si ritrovano a fare i conti con il proprio passato”.

Una panoramica costruttiva sulle diverse prospettive del mondo, dei suoi odori dei suoi sapori e di tutti quei comportamenti spesso etichettati troppo frettolosamente dalla gente. Pennellate colorate di frammenti in bianco e nero, nel tentativo di rianimare anche le trame meno espressive.

Aggiornato il 02 aprile 2020 alle ore 13:00