UniNettuno, “Tutto il mondo fuori”, docu-film girato nel carcere di Padova

Un viaggio tra storie di errore e pentimento. È questa la poetica che governa Tutto il mondo fuori, un documentario girato dall’attore Ignazio Oliva all’interno del carcere di Padova. Il film viene mostrato oggi pomeriggio, alle 17, in diretta streaming, nel corso di un Digital Talk promosso dall’Università telematica internazionale UniNettuno. L’evento è introdotto e moderato da Monsignor Dario Edoardo Viganò, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione di UniNettuno, Don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, dei produttori Nicola Salvi ed Elisabetta Sola e dell’autore.

Tre detenuti nel carcere di Padova “Due Palazzi”, tre uomini dalle storie diverse fatte di errorisofferenza pentimento, si raccontano nel docu-film, scritto dallo stesso Oliva, con la collaborazione di Viganò e Pozza. La prima assoluta in tivù è prevista mercoledì 13 maggio alle 21.25, sul Nove. Tutto il mondo fuori è una produzione Officina della Comunicazione, realizzato grazie alla stretta collaborazione con la direzione del carcere Due Palazzi di Padova. Sarà disponibile anche sulla piattaforma Dplay Plus in anteprima a partire dal 6 maggio (sul sito it.dplay.com – o può essere scaricato sull’app su App Store o Google Play). Il documentario è ispirato all’articolo 27 della nostra Costituzione, che evidenzia la funzione rieducativa dell’istituzione carceraria. Le riprese del documentario sono terminate poco prima del lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus e la scelta di mandare in onda il progetto in questo momento assume un significato, una forza e un’attualità ancora maggiori.

Il cappellano del carcere Don Marco Pozza, scrittore e giornalista, seguito dalle telecamere, accompagna lo spettatore in un mondo poco conosciuto ai più, dove incontrerà il direttore del carcere, gli agenti di polizia penitenziaria, i detenuti e i loro affetti, per raccontare le sfide e le difficoltà della vita carceraria, l’importanza del lavoro come veicolo di riscatto e i desideri per un futuro colmo di speranza. La storia della rieducazione dei detenuti passa attraverso il riconoscimento dei propri sbagli e segue un tracciato fatto di lavoro, studio e sport offerto dall’Istituto di pena, grazie alle cooperative legate al territorio. La comunità protagonista del documentario è la medesima che, per volere di Papa Francesco, ha composto le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo di quest’anno. Un gesto che ha commosso il mondo intero.

Il regista Ignazio Oliva, al cinema ha partecipato ai film: Come due coccodrilli, Io ballo da sola, Nora, Passato prossimo, Scusa ma ti chiamo amore, e in tv Braccialetti rossi, The Young Pope, Tutti pazzi per amore. Per l’autore del documentario l’obiettivo è stato quello di “esplorare e valorizzare l’importanza del lavoro dentro e fuori dal carcere (pene alternative), che diventa strumento essenziale per la rieducazione di un detenuto e per un suo possibile reinserimento nella società. Attraverso le testimonianze di Don Pozza e di tre detenuti, raccontiamo come il percorso di lavoro offerto da questa eccellenza carceraria permetta di ritrovare dignità, tramite l’impegno del tempo detentivo con attività utili agli altri e a se stessi. Un viaggio nell’umanità di coloro che per diversi motivi hanno commesso degli errori e scelto un percorso criminale, ma che in questo carcere sono stati messi nelle condizioni di capire e riconoscere il dolore immenso causato alle vittime ed alle loro famiglie, oltre che a loro stessi ed, inevitabilmente, ai propri cari”.

Aggiornato il 08 maggio 2020 alle ore 14:16