Alcune note sull’autore. Luigi Pruneti, una laurea, un diploma di specializzazione post-laurea, una laurea honoris causa, è nato e vive a Firenze, ma compie frequenti raid a Roma e a Parigi. Pur provenendo da studi essenzialmente storici e letterari, Luigi Pruneti è un intellettuale a 360 gradi e da sempre s’interessa di storia, simbologia, esoterismo, mitologia, tradizioni popolari. Ha compiuto, inoltre, rapide incursioni nella narrativa (Memorie di Atlantide e altri racconti esoterici, Firenze 2005, Moleskine; Racconti di fiele e di miele, Bari 2013). Infine, non limitandosi alla prosa, ha pubblicato due raccolte di poesie (Sulla battigia, Acireale-Roma 2016, Il vento e la cetra, Bari 2019). I suoi vasti interessi e l’intensa attività di saggista, scrittore e poeta gli hanno consentito di pubblicare, in un arco temporale di quaranta anni, circa cinquanta libri oltre a centinaia di saggi e articoli, presenti in numerose collettanee, giornali e periodici. Ha partecipato a due film e diversi suoi video sono fruibili sulla rete. Nel corso della sua vita è stato direttore responsabile di diversi periodici e attualmente dirige il quadrimestrale Iside e il semestrale Rosa Mystica. Il libro La porta d’avorio, la globalizzazione all’ombra del Kali-Yuga, cronologicamente, è l’ultima opera, frutto della creatività di Luigi Pruneti. Lo scritto ha preso forma nel periodo dell’isolamento del Covid-19, è un testo pensato e realizzato con il vivo intento di scuotere le coscienze, obiettivo quest’ultimo che riesce a centrare perfettamente, lasciando al lettore spunti di riflessione e profondi interrogativi.

Gli antichi, greci e romani, credevano che le anime dei defunti e le divinità dell’oltretomba inviassero loro i sogni, attraverso le due porte dell’Ade, dette anche le porte del sonno, così, attraverso la porta di corno giungevano i sogni veritieri, mentre da quella d’avorio, arrivavano quelli menzogneri. La porta d’avorio, è appunto un grido d’allarme sull’ingannevole sogno della globalizzazione. Un sogno vissuto nell’attuale ciclo critico che come un’ombra avvolge e avviluppa tra le sue spire l’intera umanità. La porta d’avorio, contiene un messaggio ben preciso e opera una disamina devastante sulla società attuale che vive, secondo l’autore, l’era oscura del Kali-Yuga, l’età del ferro, dove gli uomini sono ridotti al servaggio, i valori obnubilati, calpestati, l’intelligenza offesa, l’etica occultata dietro un’ipocrisia dominante. Dopo una lucida e attenta disamina logica e crono-storica dei fatti e delle circostanze (industrializzazione – fame di materie prime – colonialismo, giustificato da un farisaico intento di civilizzazione – guerre mondiali – bipolarismo e suo collasso) che hanno portato all’attuale momento storico, l’autore sviscera in maniera realistica e cruda il fenomeno della globalizzazione, il cui fine è quello di ridurre l’uomo a mero consumatore, costretto nei parametri del proprio edonismo, i cui orizzonti sono rappresentati da pseudo bisogni. La globalizzazione esplosa fra il XX e il XXI secolo è un insieme di fenomeni di elevata intensità e di rapida attuazione che avvengono su scala planetaria integrando sempre di più l’economia dei vari Paesi con continue conseguenze in campo economico, sociale, politico, culturale e ideologico.

Il fenomeno sta eliminando la sfera spirituale, sta desertificando l’etica e demolendo la libertà e la autonomia di pensiero, ormai concepiti come atteggiamenti devianti. In questa insultante opera di progressiva disumanizzazione, un contributo notevole è stato offerto dalla rete. Oggi, scrive l’autore, “Stregati da cellulari, tablet e computer, uomini e donne passano una gran parte del loro tempo di fronte a questi nuovi specchi magici e con essi lavorano, giocano, dialogano, acquistano, creano amicizie, intrecciano amori. I social, i siti, i blog, permettono agli utenti di dar sfogo alle loro frustrazioni represse, d’immaginarsi e di sentirsi diversi da quel che realmente sono. Possono assumere la veste di sociologi, politici, storici, iniziati, profeti e il fatto di essere potenzialmente letti da tutti fa sentire loro autonomi e indipendenti, in realtà essi si cibano di ciò che i grandi fratelli della comunicazione globale vogliano e desiderano”.

Gli uomini attraverso la Rete creano e colonizzano un proprio mondo alternativo; spesso, con modalità che rasentano la alienazione ritenendo o scambiando per vera la cosiddetta realtà virtuale e plagiati dal web, si isolano in una nuova caverna platonica del terzo millennio, dove le ombre prendono concretezza e le catene mediatiche sono confuse come spazio di libertà. Questo breve ma illuminante saggio, fotografa come sia stata ormai ridotta l’umanità: un quadro fedele è stato svelato dalla pandemia del Covid-19, un virus, figlio di un altro virus: quello della globalizzazione. In questi lunghi mesi, infatti, per l’autore, abbiamo assistito a una costante aggressione e conseguenziale massacro dei diritti e alla cristallizzazione del potere che, avvalendosi della paura, ha soffocato ancor di più la già agonizzante coscienza di libertà. Un’opera da leggersi tutto di un fiato, come un romanzo, un romanzo, purtroppo, a fosche tinte.

Luigi Pruneti, La porta d’avorio. La globalizzazione all’ombra del Kali-Yuga, L’Arco e la Corte, Bari 2020, pagine 100, € 14,00 ([email protected][email protected]).

Aggiornato il 01 giugno 2020 alle ore 11:55