La “coscienza Illuminata”, un focus sul filosofo greco Nicolas Laos

Già nell’Ellade delle polis, alcuni filosofi supposero che l’esistenza umana si svolgesse sul piano della materia, costituita dai quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco, ai quali Aristotele ne aggiunse un quinto: l’etere. Ognuno dei quattro elementi rappresentava, per gli antichi, uno stato: il fuoco l’ardente, l’aria il gassoso, l’acqua il liquido, la terra il solido. Dall’interazione degli elementi avevano origine tutti i fenomeni dell’universo: nascita, morte e trasformazioni. Le forze che permettevano la dialettica degli elementi erano due: amore, forza attrattiva e discordia, forza repulsiva. Ciò condusse Eraclito a introdurre la dottrina degli opposti e del pòlemos: Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι, πάντων δὲ βασιλεύς (Pòlemos è il padre di tutte le cose, di rutte è il re) Questa posizione, definita da Eric Dodds (I Greci e l’irrazionale, Mondadori, Milano 2018) “razionalista caratterizzò la Grecia classica, ma fu solo una delle tante risposte che l’uomo cercò di dare al dilemma dell’esistenza. Altre risposte, di natura del tutto diversa, si trovano nei libri sacri, nei testi religiosi, negli antichi misteri, nel mito della caverna platonica.

Nicolas Laos considera questa necessità di risposta un bisogno d’illuminazione sul perché dell’esistenza e chiama tutti coloro che cercarono di svelare l’enigma della vita “illuminati”. Il pensiero di questo giovane filosofo ellenico è in chiave spiritualista; egli, infatti, presuppone che vi siano tre tipi di spirito; il primo è quello soggettivo che consiste essenzialmente nella “autocoscienza” di ogni essere umano, il secondo, quello oggettivo, risiede e agisce nel contesto cosmico che è da lui governato. Il terzo, è lo “spirito assoluto”: la fonte trascendentale dei significati e dei significanti dell’esistente. L’unione dell’uomo con lo spirito assoluto dà luogo alla vera e propria illuminazione. L’uomo, pertanto, presenta una duplice natura terreste e cosmica e l’atto creativo, rappresenta per lui, il superamento della sfera del contingente.

 Inoltre, è l’essere sociale per eccellenza; le relazioni con i propri simili sono imprescindibili e fondamentali, le stesse soggiacciano alla coscienza morale e sono organizzate dalla politica che a sua volta è condizionata dalla comunicazione / informazione. Da quest’ultima inerenza scaturisce la noopolitica che gestisce e controlla i mass media e ogni altro mezzo di comunicazione. Il termine deriva da noosfera, a sua volta originato dalla sommatoria delle parole greche νοῦς, nous e σφαῖρ, sphâira, etimo coniato da Vladimir Ivanovič Vernadskije poi ripreso da Pierre Teilhard de Chardin che ipotizzava una sorta di “coscienza collettiva”, di “circuito della mente”, di regno del pensiero che avrebbe avvolto il mondo. La noopolitica opera nella noosfera ove contribuisce alla formazione spirituale dell’essere umano, vale a dire, a plasmare idee, valori, percezioni, strategie esistenziali e politiche. In questo, un contributo notevole alla noopolitica è stato offerto dallo sviluppo della rete. Nicolas Laos è un pensatore, celebre in Grecia e apprezzato in diversi stati europei e in Usa. Fra i suoi saggi ricordiamo Il significato dell’essere Illuminati, (Newcastle Upon Tine: Cambridge Scholars Publishing, 2019) e Gli Illuminati attraverso il Segreto della Storia e della civilizzazione, (New Dimension Publications, 2020). Egli è fondatore e presidente del movimento internazionale “Ur-Illuminati”, da non confondere con gli Illuminati di Baviera e con le mitologie sorte in tempi recenti, soprattutto in virtù dei romanzi di Dan Brown. Per Nicolas Laos il termine “illuminato” indica la capacità di comprendere intimamente la complessità dell’uomo, mentre il prefisso “Ur” richiama il primordiale desiderio dell’uomo di comprendere a fondo la propria collocazione sul piano dell’esistenza.

Aggiornato il 28 settembre 2020 alle ore 14:04