Chi pensa che questa foto sia una pubblicità di intimo forse non sa che le nuove regole della comunicazione hanno raggiunto anche la musica classica. E se qualcuno, incuriosito, cercherà su YouTube Lola Astanova, nata a Taskent, in Uzbekistan, sette anni prima della caduta del Muro di Berlino, cliccherà su questa immagine e, vedendola suonare, controllerà la corrispondenza fra il movimento delle mani sui tasti e il suono sprigionato. Così scoprirà che è tutto vero: l’arte di questa donna bellissima è pari al corpo che esibisce con generosità. Ma non è proprio automatico accettare l’abbinamento di due emozioni così diverse e così apparentemente antitetiche.

Nel 1988, a Imola, Vladimir Ashkenazi interruppe un concerto, si alzò in piedi e urlò “raus” indicando l’uscita a un operatore Rai, colpevole di avere attivato la Betacam con un clic sacrilego. Ora un’eccellente, non bella pianista brasiliana, Eliane Rodrigues, si esibisce in concerti-farsa in cui lamenta il pedale che non funziona, chiede scusa, chiama i tecnici: mentre loro fingono di riparare, lei, in posizioni assurde, continua a suonare dimostrando incredibile maestria.

Khatia Buniatishvili di Batumi, Georgia, ha 33 anni, suona il pianoforte da solista in orchestre dirette da maestri del calibro di Zubin Mehta. Ma i video diffusi su di lei sottolineano, con immagini e commenti, il seno più grande che una pianista esibisca. In questo caso, però, ci sono detrattori che mostrano clip in cui lei commette vistosi errori e la bollano come la peggiore pianista del mondo. Gli hater colpiscono proprio in tutti i campi.

Quando c’è da cavalcare una novità i cinesi non mancano mai: Yuja Wang, 33 anni, di Pechino, famiglia di musicisti, studi negli Stati Uniti, gioca d’anticipo ed esalta i propri look sexy, che celebrano la sensualità della musica. La lista si allunga, e comprende anche violiniste e talentuose in diversi strumenti. Ma agli scandalizzati per principio va ricordato che Lola Astanova e le altre hanno studiato e molto sofferto in conservatori severissimi: ognuna di loro ha trascorso anni duri rimanendo nell’ombra, prima di esibirsi vestita da pianista classica e, probabilmente, riscuotendo un consenso in linea con l’abito indossato. In secondo luogo, diverse fra queste nuove icone provengono da Paesi dell’Est o dalla Cina: chi pensasse, come è costume italico molto diffuso, di improvvisare un personaggio simile senza preparazione adeguata, non otterrebbe il risultato. Che non è quello di belenizzare Sergej Rachmaninov, ma di riportare attenzione su un settore musicale il cui interesse è in calo.

È pure scontato che le sexy-pianiste saranno accusate di colpi bassi, attirando l’attenzione su una bellezza che influenza il giudizio. Accusa prevedibile, anche se messa in crisi, ad esempio, dalla predilezione di Andrea Bocelli per Lola Astanova. Qualcuno osserverà che i pianisti maschi non hanno le stesse chance e devono affidarsi a bravura e fascino su un pubblico femminile, per cui le strategie di comunicazione non possono cambiare granché.

Fondamentalmente, il mondo ha sempre mutato le regole, ma l’ha sempre fatto spacciando le nuove per un ritocco di quelle antiche. Ora la sostanza è la stessa, ma i tempi e i modi sono brutalmente rapidi, in ossequio al tutto e subito che, per salvare la cultura e monetizzarla, ne brutalizza le liturgie di lungo corso, imponendo modelli di breve durata, programmati per essere fagocitati a loro volta. Per ora il pubblico, almeno quello maschile, si sta avvicinando a Chopin. Un piccolo popolo di critici musicali, i quali descrivono sussulti che non sempre distinguono, ma va bene così. Combineranno, comunque, meno danni dei virologi fai-da-te.

Aggiornato il 20 ottobre 2020 alle ore 09:55