
Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo il libro “Fuorigioco” di Davide Vigore (Augh! Edizioni). Davide Vigore è nato a Enna nel 1989. Ha studiato regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2015, il suo film documentario Fuorigioco ha vinto il premio “Doc/it” e i “DocUnder30” (miglior film e miglior regia) e ha ottenuto la nomination al “Ciak d’oro”; nel 2016, con La compagna solitudine è risultato finalista al “Bellaria Film Festival”. Il suo ultimo film è “La bellezza imperfetta”, presentato alla 76ma “Mostra internazionale d’arte cinematografica” di Venezia nel concorso “I Love Gai - Giovani Autori Italiani” e vincitore del premio “Leone” (2019). Ha pubblicato, per Vetri Editore, le sceneggiature dei film “La viaggiatrice” (2016) - con la quale ha vinto il premio “Più a sud di Tunisi” - e “La bellezza imperfetta” (2019).
La Storia
Un’opera ricca di pathos, l’affascinante ritratto di un personaggio tanto controverso quanto fragile. Nel testo si scoprono i lati oscuri del successo e si mostra tutto ciò che accade quando le luci dei riflettori si spengono. Riflessioni e timori abilmente illustrate attraverso vere e proprie pennellate narrative dell’autore, in grado di emozionare e colpire pagina dopo pagina.
“Maurizio Schillaci, cugino del più famoso Totò, è stato un calciatore di grande talento e fantasia. Alla fine degli anni Ottanta ha avuto l’occasione di assaporare il successo dopo aver firmato un contratto milionario con la Lazio. La sua carriera è stata minata da un infortunio allo scafoide che l’ha fatto precipitare in un cupo vortice di eccessi, allontanandolo dalla famiglia e dalle luci della ribalta. Oggi, quasi sessantenne, Maurizio non ha sconfitto le dipendenze e vive a Palermo nel vagone di un treno abbandonato. Una visita inaspettata lo mette di fronte a un bivio, offrendogli la chance di fare i conti col proprio passato capitolino. Una possibile nuova ripartenza, nella speranza che qualcosa di buono possa ancora arrivare, magari quella leggerezza tanto ambita. Il romanzo è ispirato alla vita di Maurizio Schillaci, ritratto in tutte le sue sfaccettature”.
Un testo spiazzante, dalle tinte fortemente riflessive, un’opera da poter sorseggiare sotto l’ombrellone in questa calda estate.