Aenne Burda, creatrice del primo impero del pret-a-porter del mondo

Anna Magdalene Lemminger nasce 28 luglio 1909 a Offenburg, dove muore il 3 novembre del 2005. Sceglie di chiamarsi Aenne sulla scia della famosa canzone Ännchen von Tharau. Il padre è un fuochista delle ferrovie. Lascia la scuola del convento a 17 anni. Lavora come cassiera di una azienda elettrica di Offenburg. Nel 1930 conosce e sposa Franz Burda lo stampatore. È un colpo di fulmine e si sposano nel 1931. Hanno tre figli. La sua vita privata si complica con il tradimento del marito dal quale non si separa per evitare ripercussioni sulla reputazione dell’attività. Anche lei ha una relazione extraconiugale. Lo scenario è una Germania divisa e rasa quasi totalmente al suolo. C’è una grande voglia di ricominciare, di riscatto, di resurrezione e lei riesce ad inserirsi in questa onda positiva.

Felice è l’intuizione di allargare l’attività editoriale al settore delle riviste femminili. È la prima donna a portare la moda nelle case, a creare una prima forma di prêt-à-porter. A seguito del tradimento del marito decide di fare tutto da sola e nel 1949 crea una casa editrice esclusivamente femminile. Crea la rivista Favorit che poi chiamerà Burda Moden nel 1950 diventando la prima rivista femminile dopo la Seconda guerra mondiale. Nel 1952 la prima stampa di Burda Moden di 100mila copie è subito esaurita.

Nel 1977 fonda le riviste Carina, Anna e Verena per le più giovani. Vende tantissimo oltre la Cortina di ferro prima della caduta del muro. Nel 1987 diventa la prima rivista occidentale in Russia. Il successo arriva quando alla rivista vengono allegati dei cartamodelli per cucire a casa vestiti illustrati nella rivista.

In una intervista Aenne Burda confessò di aver insegnato alle donne tedesche come vestirsi con eleganza e con costi accettabili confezionando abiti a casa propria. La sua storia di successo ha un fondamento che troviamo in biografie simili: la tenacia ossessiva, l’inflessibile volontà di compiere il proprio destino a cui credere senza esitazione, la lungimiranza e una capacità organizzativa di primo ordine.

La distribuzione della rivista copre quasi cento Paesi e tradotta in sedici lingue. Il nome della testata è cambiato in Hubert Burda Media e agisce sul piano globale con l’offerta di circa seicento prodotti editoriali. La sua abilità la porta ad essere la prima donna editrice del mondo fondando un impero editoriale della moda che non conosce crisi. Diventa la donna del miracolo economico tedesco. Nel suo impero lavorano quasi ottomila dipendenti per un fatturato che si aggira intorno ai due miliardi di euro.

Aggiornato il 17 settembre 2021 alle ore 14:01