Cartellone Sala Umberto 2021-2022: l’insostituibilità dello spettacolo dal vivo

Riaprire per sognare. Alla fine della tempesta scendono i venti e si possono tendere le vele e alzare i sipari, per provare a gestire la coda della traversata pandemica. Almeno, con tutta la prudenza e il passo temperato necessari. La Sala Umberto di Roma, come altri teatri privati, continua a contare sulle sue forze per tenere in piedi in questo nuovo anno un cartellone che, date le circostanze, è obbligato a guardare anche indietro, per recuperare qualcosa degli spettacoli perduti a causa delle chiusure del 2020, come quelli di Cristicchi (Paradiso dalle tenebre alla luce), Flavio Insinna (La macchina della felicità) e Leonardo Petrillo (Ezra ingabbia o il caso Ezra Pound). Per inciso, è assurdo che i costi per la prevenzione Covid (impianto di sanificazione agli ultravioletti, sistema di riciclo dell’aria interna della sala) non siano stati coperti dagli interventi ammessi al beneficio fiscale del 110 per cento, per le ristrutturazioni degli edifici e l’efficientamento energetico.

Sicuro che l’Europa sarebbe stata in disaccordo? Più in generale, è giusto il richiamo a trovare un algoritmo politico-finanziario (magari emulando i migliori modelli che già ci sono in giro nell’Occidente!) che metta al riparo anche i teatri privati dai sempre più alti costi di gestione, premiando finalmente la qualità e il successo di botteghino delle varie produzioni teatrali. La presentazione è affidata come di consueto al direttore Alessandro Longobardi, assistito da una sempre brillante e spiritosa (giusta la catarsi!) Barbara Foria, autrice della pièce Volevo nascere scema!, che fa notare come molti degli spettacoli programmati abbiano una durata breve di pochi giorni, in modo da ricompattare e recuperare quanto più possibile delle programmazioni saltate. Ed è vero che bisogna riflettere sui cambiamenti in atto che hanno costretto a cambiare lavoro a non pochi operatori, addetti all’organizzazione teatrale.

Per quest’anno, grande evidenza è stata riservata alla questione femminile e alle problematiche civili, come la discussione su un errore giudiziario (Il caso Tandoy, di Michele Guardì) e le problematiche più generali sulla giustizia sollevate dal libro di Palamara-Sallusti Il Sistema, da cui è tratta l’omonima riduzione teatrale a cura di Edoardo Sylos Labini, che lo equipara, per certi versi, alle trame del Giulio Cesare di Shakespeare. Peppe Miale, invece, ripropone lo spettacolo storico di grande successo Muratori di Edoardo Erba, recitato in un esilarante dialetto napoletano, in cui ridendo Pulicinella denuncia una cosa scomodissima come la sottrazione di spazi teatrali, per fare posto ad attività impure ma molto più redditizie come l’apertura di un supermercato, alla faccia della Kulture! In Ovvi Destini, per la drammaturgia e la regia di Filippo Gili, si narra la storia di tre sorelle segnate da un dramma familiare nel quale irrompe una sorta di essere metafisico, una miscela tra angelo e demone. Il calcio non è uno sport femminile ci parla, invece, di certe discriminazioni machiste, di cui abbiamo avuto una chiara dimostrazione recente sulla scena internazionale, a seguito del ritiro americano dall’Afghanistan. Una riflessione divertente sulla parità di genere, con un testo scritto a più mani per uno spettacolo in cui si suona, si recita e si gioca a pallone, dirette da un regista maschio inclusivo!

Fiori d’acciao, invece, è un testo rivissuto e rivisitato da Michela Andreozzi che ha ambientato la pièce nel Sud Italia, pur mantenendo integre le relazioni tra i vari personaggi. In Santo Piacere, Giovanni Scifoni racconta la storia di un ragazzetto cattolico spiato dal buco della serratura del suo percorso erotico sentimentale tra sesso e cibo, di quelli teleguidati in base all’insegnamento di Lupo Alberto, in cui entra il paradosso di un giovane pizzettaio musulmano che conosce a memoria le encicliche dei Papi. Coppia aperta quasi spalancata di Alessandro Tedeschi illumina l’aspetto atavico della difficoltà del maschio a rimanere monogamo mentre, nel corso di rappresentazione, la figura femminile rinasce progressivamente da curva a erecta, chiarendo in primo luogo a se stessa perché finisce una storia d’amore, fatta di dipendenza e di abitudine, in cui si scopre che non necessariamente una donna deve essere madre. Un clima che cambia tutto attraverso il vuoto. Poi, Fiesta dedicato a Raffaella Carrà e Festa di compleanno recitati da altrettante compagnie teatrali di gay. Questi, soltanto alcuni esempi per chi, fruitore autentico e appassionato di teatro, avrà la pazienza di sfogliare e leggere per intero il cartellone della stagione 2021-2022.

Aggiornato il 17 settembre 2021 alle ore 12:37