Sigmund Freud, la psicoanalisi della società

La presenza dominante ma anche odiata oltre che amata del Padre invade l’opera, le concezioni di Sigmund Freud, si sarà notato, del resto Freud dilata ancora una volta il rilievo della figura paterna, dalla famiglia, il complesso di Edipo, alla morale e alla religione, Totem e Tabù, infine alla organizzazione sociale, in Psicologia delle masse e analisi dell’io. Se nelle società primitive il capo veniva ucciso, anche solo con il pensiero, e, dopo la “morte”, sacralizzato, nelle società presenti cambia poco: è sempre possibile un capo amato dai figli (il popolo) il quale costituisce il mezzo con cui il popolo esalta le proprie aspirazioni. L’Ideale dell’io di ciascun seguace: attraverso il capo ogni singolo si realizza, e si congiunge agli altri nella medesima adorazione del capo. Se il capo diventa perdente può esserci il distacco o la compassione filiale. Pure in tal caso, Freud stabilisce la rilevanza dell’erotismo nella costruzione dei legami sociali, oltretutto erano gli anni Venti e da molti si rilevava il comportamento delle masse e l’importanza del capo.

Siamo negli Anni Venti, dicevo, e Freud compie la più drammatica estensione della sua ricerca, riguarda la distruttività, l’uomo non ama soltanto, l’uomo si distrugge e distrugge, l’uomo ha dentro di sé Thanatos. Come il termine Eros, amore sensibile, Thanatos è termine greco, indica la Morte. In Freud, Thanatos non è la morte fisica, ma il cessare in vita di sentire il vivo della vita, stendervi sopra una atmosfera di rifiuto, di costante negazione e negatività. Chi coltiva, chi è preda di Thanatos vede il buio a mezzogiorno, nere le stelle, attende sempre e soltanto pene, o giunge ad una quiete spenta, al combattere il sentire, dicevo, al dunque o non sente o avversa il sentire gioioso. Sopra tutto, ripete l’esperienza afflittiva, rievocandola o pervenendo ad esperienze che causano gli stessi errori e quindi le stesse afflizioni. Questa “coazione a ripetere” evidenzia che l’uomo non ripete soltanto il piacere ma ripete anche il dolore. In Al di là del principio del piacere Freud svolge le considerazioni sopra dette, occasionate dalla tremenda circostanza che dei militari esposti a vicende sconvolgenti ne venivano dominati e ripetevano, coattivamente, l’esperienza vissuta. Nell’opera L’Io e l’Es, Freud lega Thanatos anche al Superio.

Se l’Es è l’insieme delle forze pulsionali, vale a dire l’inconscio, che ora Freud non limita alle esperienze traumatiche rimosse che ci inclinano ai comportamenti senza che noi ce ne accorgiamo, inconsce, appunto, l’Io è il regolatore di queste forze, l’Io cerca di assegnare alle forze pulsionali dell’Es che vorrebbero straripare un controllo secondo il principio di realtà: non esagerare, dosare le forze, ottieni quel che è sensato ottenere. Ma non sempre l’Io riesce a frenare gli impeti dell’Es. In tal caso è il Super io che impugna la situazione, annichilendo le pulsioni, si che l’individuo perde il piacere di vivere. Il Super io diventa quindi una manifestazione di Thanatos, negazione del sentire, del piacere, dell’erotismo, è il moralismo radicale, la severità completa. A questo momento della continua ricerca Freud ha definito il nucleo fondativo della Sua concezione: l’Inconscio. Cos’è l’Inconscio? È una disposizione da noi sconosciuta, inconsapevole, la quale orienta la nostra vita che crediamo diretta da noi mentre è diretta da questa disposizione inconsapevole. Poniamo: una donna ama il padre, si innamorerà di uomini molto più adulti di lei; lo stesso se un uomo ama la madre, si innamorerà di donne più adulte, o somiglianti. Evidente che non si tratta del comune amore per il padre o per la madre, ma di un amore accentuato, che segna la vita, la fissa in quella situazione. In una prima convinzione l’inconscio, per Freud, è il “rimosso”, come detto, anzi, proviene dal “rimosso”.

Il “rimosso” a sua volta proviene da esperienze che cerchiamo di eliminare, rimuovere, dunque, esperienze dolorose o inconfessate, che però sebbene rimosse entrano in una sfera segreta o la formano, l’inconscio, appunto, e da quel luogo psicologico attivano, ispirano, orientano i nostri comportamenti. Come accennavo: una donna non sa perché sceglie uomini in divisa avendo avuto un padre in divisa, è orientata dall’amore per il padre, rimosso e “spostato” in altri uomini in divisa, dei quali, non sa perché, sente l’attrazione. È un esempio elementare ma lo si può e deve amplificare a situazione ben più complesse. In un testo dedicato alla vita quotidiana, Freud enumerò molti esempi dell’attività inconscia che decide per noi: odio una persona, che muore, ed io non arrivo ai funerali, “per caso” sbaglio strada; voglio umiliare una persona e, “per caso”, ne altero il nome in modo spregiativo. Basilare è l’attivazione influente del rimosso, inconscio, sui nostri comportamenti coscienti. Senza che noi ce ne rendiamo conto. Ma quando Freud usò il termine Es, in L’Io e L’Es, l’Es non è soltanto il rimosso ma l’insieme delle forze pulsionali, Eros e Thanatos che cercano di sgorgare estremamente.

Al finire della sua rigogliosa esistenza, Sigmund Freud, malato, vecchio, ancora operoso, suscitatore di un orientamento scientifico- culturale che dilagò nel pianeta e dura tutt’oggi, volge lo sguardo a se stesso , al tentativo di capire, scoprire, Lui ebreo, ebreo non credente ma ardentemente, orgogliosamente ebreo, l’origine dell’ebraismo, e crede di reperire la concezione di un Dio Unico, del Monoteismo, non propriamente nel popolo ebraico piuttosto in quello egiziano, allorché Amenophis IV, stiamo nel XIV secolo a. C. elimina gli Dei e si consacra al Disco solare, Aton; gli egiziani distrussero tale credenza ritornando agli Dei antichi, gli ebrei la avrebbero riassunta come propria. Di ciò parla Freud nei Tre saggi sul Monoteismo. Ma è nel testo “Il disagio della civiltà” che Freud dice le ultime parole: la civiltà è un disagio, impedisce l’attuazione estrema delle nostre pulsioni, ma abbiamo vie indirette per manifestarci, arte, conoscenza, scienza, religioni, forme sublimate di erotismo. Con l’erotismo diretto e l’erotismo sublimato l’uomo gioisce della vita, pur dovendo frenare gran parte di sé, è questo di certo un disagio, d’altro canto vivere incontrollatamente sarebbe distruggerci.

A Londra, fuggendo l’atroce e persecutorio nazismo, quando il tumore di cui da anni soffre è al termine, chiede di dargli la morte, è il 1939. Quali che siano le opinioni sulla Psicoanalisi, nell’aver considerato l’Eros il fondamento di un’esistenza a favore della vita e nell’aver colto quanto di antivita vi è nell’uomo, Thanatos, al di sopra dei proclamatori di salvezza e meraviglie sociali e sovraumane, Freud costituisce un realistico amante dell’esistenza, sperimentata a nudo ma rivestita di Eros non di confortevoli menzogne. Non risolviamo la morte, però amiamo la vita.

Biografia

Laureatosi in medicina Freud compie degli studi sulla cocaina, definendone gli effetti anestetici ma non cogliendone gli effetti di assuefazione, il punto decisivo della sua vita accadde allorché ebbe un contributo per seguire a Parigi le lezioni di Jean-Martin Charcot, illustre psichiatra, in particolare studioso dell’isteria. Charcot cura l’isteria con l’ipnosi e coglie quindi la separazione dell’isteria dalla corporeità, si credeva che l’isteria fosse soltanto femminile e legata a difetti dell’utero che spesso veniva estirpato! In una prima fase anche Freud ricorre all’ipnosi, si accorgerà che l’ipnosi vale soltanto nel periodo in cui è in atto. Ma Charcot resta essenziale in Freud, specie per un’espressione: nell’isteria è pressante un disturbo della sessualità. Freud ne farà l’architrave della sua concezione con riguardo a tutti i nostri comportamenti.

In Freud vi è una mescolanza di apporti culturali su di un fondamento ebraico. Il Dio Padre onnipotente che giudica, condanna, perdona è tipicamente ebraico, così il senso della trasgressione, la colpa, dicevo. Non che in altre religioni queste componenti non vi siano ma nell’ebraismo l’onnipotenza del Padre (Dio) ed il perenne senso di colpa dei figli (il popolo ebraico) sono vertiginosi. In Grecia la vita era sopra tutto rivolta, ispirata dall’Eros, come avviene in Freud, che coniuga le due civiltà. Questa presenza della civiltà greca, sostanzialmente anticristiana, è particolarmente espressa dalla cultura tedesca. Da Goethe a Nietzsche a Freud. È la civiltà della terrestrità, del vivere la vita nella vita, nel coltivare la gioia. Una civiltà antimetafisica, dove non c’è la presenza di Dio ma soltanto dell’uomo.

Tra coloro che accompagnano Sigmund Freud nella costruzione anche organizzativa della Psicoanalisi, rivista, convegni, vi fu, eminente, Carl Gustav Jung, svizzero, che però se ne distacca, drammaticamente, in quanto restio a credere nell’erotismo infantile e alla rilevanza decisiva dell’Eros nei nostri comportamenti. Jung suscitò un suo orientamento che si basa sulla ricreazione della personalità allo scopo di adattarla alla società, inoltre Jung dà grande rilevanza ai simboli, agli archetipi, all’inconscio collettivo che li conterrebbe. Detto rapidamente, Jung perdeva l’essenza della “scoperta” di Freud: l’erotismo e l’inconscio personale. Di rilievo anche Alfred Adler, staccatosi pure lui da Freud. Per Adler sono le condizioni di inferiorità a far nascere il “conflesso” e quindi a determinare la personalità mediante forme compensative. Come dire, uno zoppo diventa forte nuotatore. Ma le varianti dal freudismo furono molteplici.

Resta in Freud se non del pessimismo un non ottimismo sull’uomo. Nessun sistema sociale, nessuna modificazione economica, compresa l’abolizione della proprietà privata, elimineranno Thanatos. Resisterà nell’uomo la pulsione distruttiva contro se stesso, contro gli altri; del resto, come accennato, mai avremo completa soddisfazione dall’Eros. Per quanto Freud abbia fiducia nella Scienza (L’avvenire di un’illusione), minore fiducia ha nell’uomo. La commistione di amore e distruttività non sarà eliminata e l’uomo se le recherà dentro e addosso, edificando e annientando da sempre e per sempre. Chi sente, vuole e può dia valore a sé e alla società affinchè la morte naturale non sia appesantita anche dalla morte sociale: una società impoverita di cultura, arte, amore, sarebbe sterile di vita, sarebbe l’incarnazione di Thanatos. Non sia mai! Sigmund Freud nasce nel 1856, sotto il segno del Toro, il padre, commerciante, si trasferì a Vienna, in seconde nozze da una giovane sposa, venne Sigmund, legatissimo alla madre. Come detto, morì in esilio, a Londra, nel 1939. Oltre che a Karl Marx ed a Nietzsche anche su Freud ho steso una biografia, in specie come psicoanalista della società.

Aggiornato il 13 ottobre 2021 alle ore 11:11