Occasione migliore del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri non poteva essere scelta da Casa Leopardi per omaggiare la memoria del grande poeta fiorentino con l’esposizione, per la prima volta al pubblico, del testo autografo del canto, composto da Giacomo Leopardi tra settembre e ottobre del 1818, “Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze”. È noto che la Divina Commedia fu oggetto di studio approfondito di Giacomo Leopardi e del padre Monaldo. In particolare, il poeta recanatese, che considerava Dante centrale per la formazione della lingua italiana e formidabile per il suo impegno etico-politico, fu lettore assiduo e profondamente coinvolto della Divina Commedia, perché, si legge nello Zibaldone, “lo stile di Dante è il più forte che mai si possa concepire, e per questa parte il più bello e dilettevole possibile? Perché ogni parola presso lui è un’immagine”.

Fu il progetto di erigere un monumento a Dante in Santa Croce a Firenze a ispirare Leopardi a comporre “Sopra il monumento di Dante”, complessivamente 200 versi, per denunciare lo stato di degrado in cui era ridotta l’Italia. Il poeta si rivolge a Dante e lamenta la triste condizione del popolo italiano sottoposto al dominio di potenze straniere, che predano le sue ricchezze e lo costringono addirittura a morire per una guerra a loro del tutto estranea, la campagna napoleonica in Russia nel 1812. In realtà Leopardi deplorava un evento del passato recente solo perché, a causa della censura e della repressione, non poteva parlare della situazione presente che considerava insopportabile: quella della Restaurazione determinatasi dopo il Congresso di Vienna del 1815.

Ad arricchire la mostra si aggiungono le preziose e rare edizioni della Divina Commedia che furono acquistate dal conte Monaldo e conservate nella sua biblioteca; il visitatore potrà apprezzare in un percorso cronologico le diverse edizioni: dall’incunabolo del 1477 con commento di Alessandro Vellutello all’importante e prestigiosa pubblicazione del 1544 con le preziose illustrazioni di Giovanni Britto, fino all’edizione ottocentesca curata da Ugo Foscolo. L’allestimento è stato predisposto nella Sala dei manoscritti della Biblioteca Leopardi e sarà visitabile fino al 30 gennaio 2022. È un evento importante, assolutamente da non perdere, che, di per sé, giustifica un viaggio a Recanati.

Aggiornato il 25 novembre 2021 alle ore 12:17