Personaggi leggendari: Alessandro Magno

Sebbene gli uomini, l’umanità siano al cospetto della Terra presso che niente, ed un niente completo rispetto al Cosmo, tuttavia, essendo nati e disposti a esistere agendo, qualcosa compiamo; ne viene la Storia, la nostra Storia, e in essa accadono eventi straordinari, che ci sembrano, pur non essendolo, incisivi nell’Universo, mentre non lo sfiorano minimamente. Però, non esistesse l’illusione che il nostro fare abbia rilievo ci abbandoneremmo a una sfiduciata, inerte inutilità di noi stessi. E in ogni caso, è più arduo non fare che fare. Come che sia, talvolta uomini, eventi, pare segnino davvero l’Universo, in ogni caso segnano la Storia, e quantunque la Storia venga dai popoli non possiamo non riconoscere nella Storia la presenza di singole personalità, di tale cospicuità che imprimono un avanti e un dopo la loro esistenza, tanta rilevanza ebbero e hanno.

Alessandro il grande

Alessandro nacque nel 356 a.C. Figlio del Re macedone Filippo II, e di Olimpia, epirota. Filippo fu un sovrano bellicoso e dominante. Il piccolo regno di Macedonia, attaccato alla Grecia, si espandeva. I macedoni furono essenzialmente guerrieri, con loro modi nel combattere da renderli invincibili o non vinti. Alessandro si nutre delle venture paterne e dei prodigiosi illusionismi materni. Olimpia lo immagina figlio di Achille, figlio di Eracle, figlio di Zeus, di un Dio, ma non certo dell’uomo Filippo. Alessandro si imbeve di miti, fin da ragazzo è in antagonismo emulatorio con il padre, avvinto alle fantasie della madre. Del resto, è un condottiero nato irriducibile, mostra se stesso precocemente, il padre lo invia, Alessandro giovanissimo, a domare ribellioni in Grecia, lo esilia per qualche tempo allorché Egli, Filippo, lascia Olimpia per congiungersi a Cleopatra Euridice, lo richiama, e muore, Filippo. Forse ucciso. Alessandro diventa Re della Macedonia e di terre prossime conquistate. La Grecia, innanzi tutto, che dopo le vittorie sui persiani si era distrutta nelle guerre tra le Città, rendendosi facile a essere sconfitta.

Alessandro fu educato alla cultura, alla civiltà greca. Gli Dei, gli Eroi greci lo circondavano. Come la madre, viveva nella realtà il sogno, i sogni. Achille gli era padre o se non padre, esempio paterno o fraterno. E così pure Ercole. E Giove, ecco il vero padre. Sì. Olimpia era stata fecondata da Giove. Sì. Alessandro era di sorgente divina. Chi sa quante volte Olimpia lo ripeteva al figlio e quante volte il figlio si confermava nel delirio della madre. Delirio, che Alessandro rese compimento. La realtà per Alessandro mai fu ciò che esisteva ma ciò che il suo pensiero voleva che fosse. Egli fece realtà i propri sogni. Quale sogno? Conquistare il mondo! Olimpia sognava, Alessandro attuò i sogni della madre.

Tra le circostanze più mirabolanti della Storia vi è questo evento: Alessandro ebbe come precettore Aristotele. Il maggior condottiero o di certo il più leggendario, e il maggior filosofo o di certo il più sistematico. Un assurdo. Il fantasticante Alessandro con il realistico Aristotele. Eppure qualcosa li univa: il culto di Omero, e dello spirito tragico. L’epica e la tragedia. Aristotele aveva commentato l’Iliade e Alessandro la recava sempre con sé.

Le stupefacenti conquiste di Alessandro non dobbiamo valutarle soltanto come vittorie militari. Sarebbero portentose ma ristrette. Quel che avvenne oltre le vittorie fu un intreccio di civiltà, di culture, la cultura, la civiltà greca si estendono, ma pure le culture e le civiltà mediorientali, orientali si propagano. Nasce la civiltà detta ellenistica, alessandrina, dal nome di Alessandria, una delle molte città che Alessandro segnò con il suo nome, la più strepitosa, in Egitto, diverrà confluenza di Oriente e Occidente. È il vero scopo di Alessandro, amalgamare civiltà che si sono opposte per secoli, e si opporranno per secoli, in un impero universale, un regno universale da Lui, Alessandro, retto. Scopo di Alessandro, avversatissimo dai macedoni e dai greci, ostili all’Oriente. Alessandro vorrebbe anche imporre costumi orientali sia nella foggia degli abiti sia nei rituali di ossequio a Lui, Sovrano, e pretendeva di estendere la monarchia di specie orientale ai greci e ai macedoni. Tentativo respinto e dai greci e dai macedoni, uomini liberi, indipendenti, senza minima intenzione di trattare un uomo, sia pur sovrano, come Dio. Ne vennero conflitti, fino all’uccisione che Alessandro stesso compì su Clito il Nero, legatissimo ad Alessandro, al quale aveva salvato la vita, ma riottoso al cambiamento delle forme sovrane. Anche il nipote di Aristotele, uno storico, che, come molti intellettuali seguiva Alessandro, per darne testimonianza, Alessandro voleva dar fama alle sue imprese, fu travolto dalla vicenda.

A differenza di quanto può far supporre la convinzione che un uomo eroico sia anche di splendido sembiante, non pare che Alessandro lo fosse. Non alto, robusto, gli occhi di colore diviso, azzurro l’uno, nero o scuro l’altro, collerico, bevitore, instancabile, rapidissimo nel sovrastare impedimenti, non particolarmente attratto dall’amore per le donne o, parimenti, a quello per il suo medesimo sesso, ambizioso di tenere in pugno addirittura il mondo, scatenato nella sua volontà di onnipotenza, scagliata oltre i limiti del possibile, quasi a rendere visibile quel che può compiere l’uomo, anzi di fatto palesando agli uomini quel che riesce a compiere un uomo. Ma gran parte delle imprese di Alessandro morì con Alessandro. Non vi fu un impero di Alessandro, una dinastia di Alessandro. E la sua famiglia, con la stessa madre Olimpia, perì subito e tragicamente. Gli sopravvisse l’alessandrinismo, l’ellenismo, quel mescersi di Oriente e Grecia che diede arte raffinata, nella scultura, poesia delicata, che diede origine al romanzo, che nel perdere la sacralità, la solennità dell’arte classica si accosta al reale corrente La Filosofia nell’epoca ellenistica divenne arte del sopportare la vita, difesa dal dolore, con l’Epicureismo piacere controllato; con lo Stoicismo, abolizione di ogni passione; negazione di ogni verità, con lo Scetticismo. Erano gli ultimi fuochi di una Grecia ormai sconfitta. In Egitto, un generale di Alessandro, fonderà una nuova dinastia, dei Tolomei, la cui ultima regina sarà Cleopatra. Alessandro morì nel 323 a.C.

Le imprese

Le imprese militari di Alessandro hanno, lo dicevo, dell’inaudito. Nessuno in così pochi anni conquistò tanto e così vastamente. Giovane, si è accennato, ridusse in pieno potere dei macedoni le parti insorte della Grecia. Morto Filippo II, dilagò, innanzi tutto contro la Persia, l’atavica nemica della Grecia ed ora dei macedoni. La Persia dominava il Medio Oriente, tentava di spingersi a Occidente, ma come nel V secolo era stata impedita e respinta dai greci ora non è soltanto impedita e respinta ma sottomessa, Dario III è perdente a Granico, 334, e a Isso, 333, successivamente Alessandro ingloba l’Egitto, vi fonda, come detto, Alessandria. Dario III è ancora perdente ad Arnela, 331, e stavolta ha fine il grande impero persiano. Alessandro ha l’Oriente per i suoi compimenti di espansione, e infatti si inoltre ove mai occidentale si era inoltrato, nell’Indo. Troppo lontano, troppe azioni. Troppa fatica, sua e dell’esercito. Si ammala? È consumato? Gli è impossibile reggere tanti popoli e così difformi? Si è inimicato greci e macedoni illustri. La morte lo ferma, e solo la morte poteva fermarlo. 323 a.C..

Aggiornato il 27 novembre 2021 alle ore 10:43