Gentile, sicura e diretta. Incontro Grazia Di Michele a fine spettacolo, nel suo camerino, mentre sbuccia una clementina, mentre accoglie amici, colleghi e semplici ammiratori. Il profumo si espande fino a dietro le quinte, dove scorgo Rosaria Omaggio e Garrison fare la fila per salutarla. Si respira una bella aria, nonostante il silenzio assordante nelle strade. È gennaio, c’è un clima incerto a Roma, fuori dal Teatro Golden. Un luogo affascinante per la sua accogliente forma ad anfiteatro. Sembra un grembo materno al cui interno i fortunati artisti godono di uno spettacolo nello spettacolo. Noto occhi felici, messi in evidenza dalle mascherine, occhi desiderosi di passare un paio di ore spensierate con l’idea di sedersi, fare un bel respiro e godere della bella arte: non urlata, mai sguaiata.

E così è stato. Grazia Di Michele (ce l’ha scritto nel nome, con la sua grazia, appunto), ha saputo con Poesie di Carta (spettacolo-omaggio a Marisa Sannia), mescolare musica e musicisti, lingua sarda e spagnola con maestria e delicatezza. La ricerca originale è di Marisa Sannia, un’artista poco conosciuta ai più sotto questo aspetto e che, grazie a questo spettacolo, viene fuori nella sua prepotente delicatezza. Proprio come la Di Michele. Originali e coinvolgenti gli arrangiamenti del Maestro Marco Piras, musicista storico della Sannia, assieme al violoncellista Fabrizio Fabiano. Integrati e fusi alla perfezione con i fedelissimi e storici musicisti della Di Michele: il chitarrista, Fabiano Lelli; il percussionista, Bruno Piccinnu e il contrabbassista Ermanno Dodaro. Lo spettacolo continua, il 30 gennaio a Macomer (ex caserme Mura), il 31 gennaio ad Oristano al Teatro Garau e il 1 febbraio al Teatro Comunale di San Gavino Monreale.

Ti sei appena esibita in Poesie di Carta, spettacolo-omaggio a Marisa Sannia. Come e perché nasce questa l’idea?

Nasce per e con la voglia di far conoscere l’aspetto di Marisa cantautrice e musicista che non tutti conoscono. Mi sono innamorata di un suo album uscito postumo, Rosa de papel, dove deve averci lavorato, oltre che con grande professionalità, con molto amore. Un vero gioiello. Ha musicato e cantato alcune poesie di Federico García Lorca. Difficilmente ho sentito un lavoro così bello e raffinato.

Eravate amiche?

Non quando era in vita, la conoscevo per gli incontri fugaci che si fanno nel nostro ambiente, siamo diventate amiche ora che mi sono avvicinata a lei attraverso le sue opere. Ho ereditato anche i suoi appunti, le sue riflessioni, la sua voce. Per fare questo spettacolo sono dovuta entrare nel suo mondo e l’ho sentita molto vicina e affine per alcuni aspetti.

Oltre ad essere una cantautrice e scrittrice, sei anche un’insegnante. Qual è la vera anima di Grazia?

Sono tante cose, la mia anima è un prisma. Sono una cantautrice ma anche una musico-terapeuta, scrittrice, giornalista, attrice, un’insegnante, una produttrice, faccio davvero tante cose entusiasmanti e la musica è sempre presente.

I testi delle tue canzoni fanno riflettere molto, da dove scaturisce tutta questa profondità?

Sono una persona molto sensibile a quello che succede dentro e fuori di me. Ci sono cose che mi colpiscono profondamente e poiché scrivere canzoni è il mio modo di esprimermi e comunicare riporto tutte le emozioni che sento. Spesso i temi sono “impegnati socialmente”, perché ritengo che anche la canzone, come altre forme artistiche, possa sensibilizzare il prossimo.

A giorni ci sarà Sanremo, che rapporto hai con il Festival?

Sono stata quattro volte al Festival, accompagnata o in coppia con grandi artisti e amici: Nicolette Larson, Randy Crawford, Rossana Casale, Platinette. L’emozione è sempre grande ma anche il divertimento in quella settimana folle.

Nell’era dei talent, ha ancora senso il Festival della canzone italiana?

Questa è un’istituzione che va oltre la musica, non credo che il Festival di Sanremo si possa cancellare, che sia rappresentativo o meno della condizione della canzone italiana.

Sei stata appunto insegnante del talent Amici, che ricordo hai di quella esperienza e se ti è rimasto qualche allievo nel cuore.

Sono stati tredici anni di coinvolgimento molto forte. Stare a fianco dei ragazzi, aiutarli a sviluppare la loro personalità artistica, renderli consapevoli del ruolo dell’artista, della cultura musicale etc. è stato un lavoro incredibile. Sono troppi gli allievi nel cuore…

Molti dei tuoi progetti musicali li condividi con colleghe famose. Come mai abbiamo poche musiciste in Italia e poche iniziative al femminile?

Ci sono moltissime artiste donne, moltissime cantautrici, seguo un gruppo di 22 ragazze fantastiche. Ci sono, si fa solo un po’ fatica ad emergere.

Se non ti fossi occupata di musica, cosa avresti fatto nella vita?

Avrei lavorato con i bambini.

Sei una buona forchetta?

Sono vegetariana dall’età di sei anni, mangio il giusto, non spreco il cibo e rifiuto carne e derivati.

Cosa ti piace mangiare?

In assoluto la cioccolata, al latte, con le nocciole.

Qual è la tua condizione ideale?

Il silenzio nella natura, che poi non è silenzio ma il suono vero della vita.

Delle quattro stagioni quale preferisci e perché?

La primavera, per i colori, i profumi, le fioriture, per il senso di risveglio, di rinascita.

La vita inevitabilmente ci riserva esperienze belle e brutte. Su quali delle due punti per trarre insegnamento?

Da tutte, siamo il frutto di tutte e due.

Come fai ad avere sempre una pettinatura impeccabile?

Eh? Mangio mandorle e uso prodotti naturali per lavarli, vanno da soli…

Un desiderio per il futuro?

Sanare la terra per salvare noi stessi. Imparare ad amarla. Ho scritto Madre Terra da poco, si può vedere il video ed ascoltarla attentamente. 

Aggiornato il 21 gennaio 2022 alle ore 16:25