Cinema, chiuse 500 sale: il settore si appella al governo

lunedì 21 febbraio 2022


Le sale cinematografiche italiane sono in piena crisi. Nel resto d’Europa, dalla Francia alla Spagna fino alla Gran Bretagna, dopo le restrizioni, il pubblico è tornato a guardare i film sul grande schermo. Nel nostro Paese, invece, gli incassi sono crollati. Le sale sono vuote o, peggio, chiuse. La disamina del presidente dell’Anec Mario Lorini è impietosa: “Mancano all’appello dai dati Cinetel che monitorano il mercato italiano ben 500 schermi su i circa 3.600 che abbiamo, riferiti a 1.300 strutture. Andiamo verso un drammatico -20 per cento e se non si prendono provvedimenti presto l’esercizio è a rischio e pure il settore. Sono urgenti iniziative strutturali di sostegno, prima fra tutte la definizione ‘dinamica’ della finestra tra la distribuzione in sala e sulle piattaforme, 90 giorni potrebbe essere un primo fondamentale passo e poi c’è bisogno di una road map certa e condivisa sui passi da fare per cambiare rotta”.

I dati sono brutali. Gli incassi del cinema e pure le presenze hanno avuto una flessione nel 2021 rispetto agli ultimi anni pre-pandemici: si è perso oltre il 70 per cento, in un mercato già tradizionalmente debole rispetto all’Europa. Il settore si appella al governo. “Lo spettatore – riflette Lorini – è disorientato: dal tanto prodotto, dall’offerta ridondante delle piattaforme, per questo crediamo che mettere ordine sia fondamentale. Eravamo già vicini ad un accordo, pensiamo che 90 giorni tra l’uscita in sala e la programmazione sulla piattaforma siano un passo iniziale”. Ma se sul cinema italiano ci si può arrivare, l’ostacolo grande è per il cinema internazionale, per quanto la richiesta è di avere la stessa finestra.

I dati non lasciano margine agli equivoci. Il nostro cinema è andato male. Delle 353 uscite, 153 erano italiane e la quota di incassi intorno appena al 20 per cento, concentrata poi su solo 5 titoli, “i restanti film non sono stati visti, capiti, intercettati”. Ma la contraddizione attuale è che la produzione va alla grande: 900 progetti di film, per quanto il 30 per cento ideati per le sale. Il richiamo delle piattaforme, al momento, appare irresistibile. Un caso di scuola è rappresentato dal Il potere del cane di Jane Campion, il film candidato a 12 Oscar, distribuito a livello globale da Netflix sulla propria piattaforma streaming a partire dal 1º dicembre 2021, previa distribuzione limitata nelle sale cinematografiche statunitensi dal 17 novembre.


di Eugenio De Bartolis