Tommaso d’Aquino: “scienziato” di Dio

Introduzione

Dopo la morte di Agostino (410) il Cristianesimo Cattolico si definisce, attingendo alla Grecia, a Roma, all’Ebraismo, alle Scritture e a se stesso. L’abbiamo accennato, le eresie giudicate ostacolative, subiscono falcidia. Cristo? È Dio e uomo. Dio? È uno e trino. Il Pontefice? Prosegue Gesù (e l’Imperatore). I dannati? All’inferno immortale. La salvezza? Opere e fede. Il peccato originale? Esiste e si perpetua nella nostra specie. I Vangeli? Soltanto quelli riconosciuti dalla Chiesa. Gli altri Vangeli? Apocrifi. La verità dell’interpretazione? Soltanto quella esposta dalla Chiesa. Non che codeste ed altre pronunce avvenissero quietamente, anzi.

Guerriglie teologiche, anatemi, fazioni, dispute, interne all’Oriente, interne all’Occidente, tra Oriente ed Occidente. Una sillaba costava la vita. L’origine ebraica si dimostrava, il culto della parola, del prima e del dopo, della posizione, del simile e contrario, raffinatezza filiforme. La parola è sacra, il Talmud non è soltanto ebraico, la frase viene “capillarizzata”, se ne sventra l’infinito possibile. L’uomo esercita al grado bisturico il suo tratto distintivo dagli animali, la parola. Sono uomini-parola, sembra che vivano in un mondo nel quale vociano sillabazioni. Stanno a lambiccare per giornate, se questa vocale scomoda un’altra sillaba, se vi è ferraglia di consonanti, il significato pertiene al significante insuperabilmente, o può dare equivoco? Lavoro che generò la Chiesa Cattolica e quella Bizantina, che si strappò dalla Cattolica. Travaglio secolare, millenario. Sembra sforzo vano, affatto. Quelle parole tanto studiate forgiarono la religione universale più renitente alla dissoluzione: il Cristianesimo, i Cristianesimi: Cattolicesimo, Protestantesimo, Ortodossia.

L’Impero Romano d’Occidente finì in mani barbare. Furono barbari quanti presero Roma: Ostrogoti, Longobardi. Poi i Franchi, cattolici. Il Cattolicesimo si getta nella società dell’epoca, sconnessa dai mutamenti dal paganesimo al cristianesimo, dall’Impero al Papato, dal militare al sacerdote. La Chiesa getta un personaggio tutto suo, nuovo, sconosciuto agli antichi. Un uomo che non è uomo pubblico necessariamente. Non politico né militare, è un soggetto di originaria coniazione: il Santo. Nasce con la Chiesa Cattolica, oltre l’eroe greco e quello romano. Il Santo, colui che imita Cristo (quanto può), devotissimo (non sempre) alla Chiesa, non sempre inizialmente accettato da questa ma infine innalzato alla devozione dei credenti.

Il Santo, colui che vive per gli altri inesauribilmente, colui che come Cristo decide di soffrire perché agli altri sia disincarnata la sofferenza, colui che se non edifica il bene del prossimo si considera l’ultimo residuo da schiacciare e scaraventare nel fuoco eterno. Oppresso dalla colpa, dal non fare facendo, dal non valere compiendo. È il Santo della bontà, della carità, della compassione. È il piccolo Cristo. Ma accanto al Santo “buono” vi è il Santo del pensiero cattolico, colui che dona, forgia, edifica le cattedrali della concezione cattolica. I santi architetti della filosofia e della teologia, coloro che forniscono l’armatura la quale consentirebbe al cattolico di reggere agli avversi. Tra costoro, moltissimi, uno osò quel che nessuno aveva osato, spingere la mente umana a dimostrare l’esistenza di Dio, sicché tutti gli uomini, essendo animali razionali, ne potevano ottenere certezza. Giungere a dimostrare con ragione e con la ragione l’esistenza di Dio.

Vi era stato chi credeva di aver dimostrato a luce di ragione l’esistenza di Dio, ma venne irriso, e giustamente, ma ora si presentava il condottiero delle fede fondata sulla ragione, non la fede perché la ragione non capisce, ma la fede perché la ragione capisce che c’è bisogno della fede. Questa si mette a fondamento giustificativo della fede. Non più una fede fondata su se stessa, ma una fede… razionale. Quest’uomo osò concepire argomenti dimostrativi sicuri che accertavano con pienezza di ragioni l’esistenza di Dio. Quest’uomo ritenne di poter dire all’umanità la verità più sconosciuta, attesa, invocata: Dio esiste ed io ve lo dimostrerò. Tommaso d’Aquino.

Aggiornato il 05 maggio 2022 alle ore 18:39