1899: le profezie sull’Europa

In questi giorni continuo a incrociare lo scrittore russo Vladimir Solov’ëv. Dopo aver visto e recensito il film Malkrog, tratto dai suoi tre dialoghi sull’etica tra pace e guerra, nei giorni scorsi ho letto di getto – gridando per la sorpresa quasi a ogni pagina – “Il racconto dell’Anticristo”, scritto nel 1899. Di cosa tratta? In sostanza di quanto accade nell’Europa e nel mondo del XXI secolo. In certi passaggi è profetico, persino nei nomi.

L’inizio non ha preamboli: “Il XX secolo fu l’epoca delle ultime grandi guerre, delle lotte intestine e delle rivoluzioni”. Una riga sotto l’autore dà il via a una cavalcata di cinquanta pagine, partendo dal panmongolismo, storicamente nato tra le popolazioni asiatiche dell’Impero russo come in Cina e Giappone, nel ricordo dell’impero di Gengis Khan e del Khanato dell’Orda d’Oro, il regno turco-mongolo sorto in Russia nei secoli XIII-XVI e fondato da un nipote di Gengis Khan. Siamo dalle parti dell’ideologo di Vladimir Putin, Alexander Dugin, quando questi parla di Eurasia. Dugin, nel 2002, ha fondato un partito con questo nome (Evrazija) partecipando poi al Movimento eurasiatico internazionale e confluendo, infine, nel partito di Putin “Russia Unita”.

Solov’ëv immagina che il movimento venga guidato dai giapponesi, i quali riescono a unire sotto la loro egemonia tutti i popoli asiatici. Innanzitutto, invadono la Corea e poi la Cina: il che è poi avvenuto tra il 1905 e il 1945. I cinesi vedono nei giapponesi i liberatori dall’influenza europea e si uniscono a loro, nel tentativo di dominare il mondo. Bogd Khan, imperatore di questa nuova alleanza cui aderiscono anche mongoli, tibetani e manchu, scaccia i francesi e gli inglesi dall’Indocina e annette l’Indonesia. Poi comincia l’invasione dell’India, mentre dall’Asia centrale l’esercito avanza oltre gli Urali. Nel frattempo le truppe russe, dopo aver raccolto soldati anche da Polonia, Finlandia, Ucraina e Repubbliche baltiche, affrontano un nemico che è troppo numeroso. I russi perdono la guerra. L’imperatore dell’alleanza eurasiatica Bogd Khan avanza ancora e attacca la Germania, che però resiste. Eppure, nello stesso tempo, i francesi, vedendo la Germania in difficoltà, la attaccano alle spalle e fraternizzano con gli asiatici, dimenticandosi di combattere, dal momento che si considerano amici dell’esercito di Bogd Khan. Ma questi, al contrario, ne approfitta per conquistare in un colpo solo sia la Germania sia la Francia. Così Parigi “capitale della cultura occidentale aprì le proprie porte al signore dell’Oriente”.

Bogd Khan si reca nel porto di Boulogne, attendendo l’arrivo della sua flotta dal Pacifico destinata a invadere l’Inghilterra. Ma il Regno Unito sceglie di pagare il nemico e salvare così la vita. Dopo un anno, tutta l’Europa è sotto il giogo eurasiatico. Bogd Khan torna in Oriente per preparare l’invasione di Australia e Stati Uniti. Siamo agli inizi degli anni 2000. Qui cominciano delle coincidenze storiche singolari: assistiamo a una compenetrazione culturale tra Occidente e Oriente, che include anche la fede. Inizia un grande flusso migratorio da Cina (e Giappone) in Europa. Prende avvio, soprattutto, una segreta cospirazione europea per cacciare i “mongoli”, bene eseguita anche dai residui governi locali. Bogd Khan dalla Cina deve rientrare in Russia, ma lì subisce una disfatta da parte europea. La liberazione è raggiunta grazie alla collaborazione tra tutte le nazioni occidentali. In effetti, gli Stati-nazione perdono significato: “L’Europa del XXI secolo era un insieme di Stati più o meno democratici: gli Stati Uniti d’Europa”.

Nel frattempo, in Europa non veniva più insegnato nulla delle fedi tradizionali. Si pensava che “se la stragrande maggioranza delle persone fosse stata non credente, i pochi credenti sarebbero diventati pensanti”. In questo carnaio spirituale cresce la figura di un uomo, definito superuomo dai media e dalle persone (Friedrich Nietzsche aveva da pochi anni pubblicato “Così parlò Zarathustra”).

Egli credeva in Dio, nel Bene, nel Messia, ma amava solo se stesso”. Questo personaggio all’inizio combatte a lungo tra la fede in Dio e quella nell’io. Alla fine – esausto – cerca di porre fine al tormento, gettandosi in un burrone. A quel punto “qualcosa lo trattiene sospeso in aria… Una forza sconosciuta lo riporta indietro”. Si trova di fronte a un’apparizione diabolica, che gli conferisce forza e intelligenza. Il “superuomo” scriverà poi, come sotto dettatura, il libro che lo consacrerà: “La strada verso la pace e la prosperità universale”.

La menzogna si mostra sempre con l’apparenza del suo rovescio. Il libro è perfetto: c’è il “rispetto per le antiche tradizioni, insieme a un audace radicalismo di aspirazioni politiche e sociali, con una illimitata libertà di pensiero… l’individualismo assoluto insieme con un’ardente devozione al bene comune”. Il testo viene tradotto in tutte le lingue del mondo. E a tutti appare come la rivelazione di una verità integrale. I cristiani esultano, perché sembra loro che sia una novità evangelica. Ma una piccola parte delle tre confessioni cristiane si chiede, come mai, non venga mai citato il nome di Cristo. In quei giorni di ubriacatura per il nuovo personaggio mondiale, a Berlino si deve tenere l’assemblea costituente dell’Unione degli Stati Uniti d’Europa. Dopo una serie di guerre successive alla sconfitta dell’impero euroasiatico l’Europa “era esposta al pericolo di un conflitto non più tra le nazioni, ma tra i partiti politici e sociali (…). Raggiunta al costo di tanti sforzi, l’Unione Europea era a ogni istante sul punto di scomparire. Nel Consiglio dell’Unione europea, non si era raggiunta l’unanimità”. Tra lotte della massoneria e altri scontri negli Stati Uniti d’Europa, emerge un’altra figura dominante. “L’uomo che viene” è eletto presidente a vita. Costui darà “la pace” al mondo. Come? Combattendo per soggiogare tutti i popoli. E ci riesce.

Il nuovo padrone della Terra era un filantropo compassionevole, non solo amico degli uomini, ma anche amico degli animali. Vegetariano convinto, proibisce la vivisezione… e aiuta le associazioni per la protezione degli animali”. A questi si aggiungerà una sorta di Rasputin che è in grado di operare grandi miracoli. Si va verso la parte finale del testo, con l’invito da parte dell’imperatore e del suo mago-stregone ai rappresentanti della cristianità, per partecipare a un convegno mondiale che si terrà a Gerusalemme. I pochi cristiani residui dovranno in questo scontro decisivo confrontarsi con la maggioranza dei loro fedeli, che sceglie le lusinghe e promesse dei due nuovi padroni del mondo. Il resto del libro riguarda situazioni apocalittiche di cui non ci occuperemo.

L’aspetto più impressionante del testo di Solov’ëv è la lucida prefigurazione dell’Unione europea, persino nel nome (Consiglio d’Europa incluso). Ciò viene declinato con molto altro: lo scontro tra Oriente e Occidente in chiave putiniana; il crollo delle democrazie e dei valori occidentali; gli europei (i “francesi”) che credono di potersi arrendere senza combattere e senza conseguenze; i flussi migratori di massa in Europa; la sostituzione della fede con infinite tecno-religioni e pillole della felicità fabbricate da impostori diabolici. Infine, la sconfitta della ricerca della verità: Achille si è rotto i maroni nel rincorrere la tartaruga, ma non sa che quella corsa era la vita. E che la fine della corsa è una morte senza futuro.

Aggiornato il 09 maggio 2022 alle ore 11:08