“L’arte della guerra” di Sun Tzu, tra strategia e prudenza

martedì 17 maggio 2022


Sulla guerra si continua a scrivere molto. Migliaia di libri, relazioni, lezioni, aforismi sono stati scritti da oltre duemila anni a oggi. Il criterio migliore di scelta dei testi è quello di partire dai classici. Intramontabile è il libro Bingfa o L’arte della guerra scritto dal generale cinese Sun Tzu che alcuni studiosi collocano nel periodo degli Stati combattenti tra il Quattrocento e il Trecentoventi a.C. Il libro annovera numerose edizioni con commenti differenti spesso in contrasto fra loro. L’edizione proposta è quella di Feltrinelli su testo inglese. Di non facile reperibilità è una interessante edizione curata dallo Stato maggiore della Difesa italiana nel 1990.

Il tema conduttore del testo è l’idea di vincere prima di iniziare le operazioni belliche. La guerra non è solo una manifestazione di potenza militare, ma per l’autore deve essere preceduta da un intenso studio sulle debolezze dell’avversario in campo militare, economico-logistico, sullo stato di insoddisfazione della popolazione nei confronti dei propri governanti: un dato che può evitare la diffusione di una perniciosa “guerra di popolo”. Si tratta di raccogliere informazioni sull’affidabilità delle fonti riguardanti le tecnologie possedute (il ramo spionistico definito oggi techint), sul “fattore umano” (humint). Quest’ultimo fattore ampiamente studiato e narrato da Graham Greene e da John Le Carré ha confermato le teorie di Sun Tzu, per il quale il fondamento di successo per vincere è il livello, la qualità e, soprattutto, la motivazione dei soldati.

Secondo il generale cinese, la strategia efficace è quella costruita agendo con discrezione, silenziosamente, utilizzando astuzia, tempismo e rapidità. Una visione, questa, che è il totale contrario della guerra pensata in Occidente dove sono privilegiate la propaganda e il rumore assordante dei media, l’uso crescente e fideistico di tecnologie. Lo stratega orientale agisce con lentezza, in silenzio, usa la tattica dilatoria che gli occidentali, frettolosi e impulsivi, interpretano erroneamente come indecisione. Leggendo L’arte della guerra, si comprende meglio l’ostinato silenzio della Russia e il mutismo della Cina. Notevole è il tortuoso pensiero di Confucio che ispira Sun Tzu ma è anche tuttora il maestro delle operazioni geopolitiche cinesi che oscillano fra le teorie del generale e la teoria del Wu Wei secondo il quale non bisogna forzare gli eventi che, comunque, si incastrano da soli favorendo l’azione giusta e perfetta. Sun Tzu offre una interessante chiave di lettura del divergente comportamento militare e strategico adottato dai due principali emisferi del pianeta.

Le scuole di guerra di tutto il mondo continuano a studiare e a reinterpretare L’arte della guerra, anche se non sempre i suoi consigli sono stati seguiti laddove ha prevalso la ragione politica e propagandistica provocando disastri militari di notevole entità. In questo libro così piccolo c’è spazio per una meticolosa disamina sul concetto di guerra totale. Ha preconizzato i massacri di civili, l’avvelenamento dei pozzi, la creazione di stratagemmi per provocare dissonanze cognitive all’avversario, ha analizzato con abile sintesi l’uso del servizio segreto, dell’infiltrazione e dell’esfiltrazione dei propri agenti in territorio nemico, ha elevato la guerriglia come categoria dello spirito.

La guerra è quindi un’arte che non può essere una mera manifestazione di potenza e di arroganza. La guerra è umiltà, ascolto attento e rapida percezione dei mutamenti improvvisi causati dall’imponderabile (oggi definita “eterogenesi dei fini”). La guerra è una disciplina durissima e complessa. Segue principi di audacia, ma anche e soprattutto di prudenza. Guerra è anche capire rapidamente quando gli eventi avversi sopravanzano quelli favorevoli e optare per una rapida ritirata prima che l’azione si trasformi in disastro. Nessun fanatismo, quindi, nessuna arroganza, nessun clamore propagandistico, soprattutto, nessuna pretesa di ritenersi sempre dalla parte giusta che è la fonte di enormi errori di valutazione. Il testo si articola in tredici capitoli. Alcuni sono più “tecnici”, ma tutti sono di grande interesse.

Buona lettura.

L’arte della guerra di Sun Tzu, Feltrinelli 2018, 7,60 euro, 96 pagine


di Manlio Lo Presti