La ricostruzione della memoria secondo Pascal Schembri

Un autore fuori dal comune ed assolutamente originale nel panorama della narrativa italiana è senz’altro Pascal Schembri, prolifico autore siciliano che da quarant’anni vive a Parigi. Pascal Schembri ha esordito nella narrativa italiana nel 2006 pubblicando, anche in Francia, libri di diverso genere: inchiesta sulla violenza coniugale, saggi, thriller, e pamphlet. Tra gli ultimi suoi lavori, sempre accolti positivamente dalla critica, ricordiamo Sconosciuti a sé stessi (2021) e Gli occhi della Quercia (2021 in Italia), ricerca implacabile delle proprie radici, il bisogno inestinguibile d’amore, il sogno impossibile e mai abbandonato di una vita felice, per il quale il prossimo 2 dicembre riceverà il premio Leonardo da Vinci al Senato, a Parigi. Adesso è nelle librerie il suo ultimo libro, Memoria e Vanità (Thule edizioni 2022, 15 euro, 255 pagine), con prefazione di Sergio Sciacca e postfazione di Marco Ongaro.

L’autore tocca le corde di un tema fondamentale dell’esistenza umana, quello della memoria. Il racconto, chiaramente con molti riferimenti autobiografici, è strutturato attraverso un viaggio di ritorno, da Parigi alla sua Sicilia che coincide in un viaggio nel profondo della sua coscienza per ritrovare sé stesso. Centrale è la dimensione ontologica che si sviluppa in un superamento di uno stato di smarrimento attraverso una ricostruzione dell’essere. Riemergono i ricordi più antichi sullo sfondo del paesaggio siciliano a lui caro, con lo Scoglio dei fidanzati e la spettacolare Scala dei Turchi di Realmonte, suo paese natale, ad Agrigento, Cefalù, Sciacca, che segnano tappe fondamentali per superare uno stato di smarrimento. È un percorso intriso di nostalgia e complesso, come è complessa una terapia psicanalitica.

Tutto si sviluppa in una dialettica dove la memoria è tesa tra il ricordo e l’amnesia, tra l’essere ed il non essere: “Il mio disturbo mi sconcerta ogni giorno di più. L’amnesia è una piccola morte la dimenticanza è il primo volo nell’abisso dell’inesistenza, la Caduta a cui l’uomo reagisce creando illusioni che la contrastino, che la spieghino. Se non avremo sufficienti ricordi, ce li inventeremo”. In questo percorso emerge tutto il peso dell’allontanamento: “La lontananza non fa bene al cuore, non lo solleva dalle angustie quotidiane, pesa anzi su di esse inacidendo i pochi impulsi decenti. Se vuoi tener buono un bambino devi avvicinarlo a te, accarezzarlo, spiegargli che gli vuoi bene la bontà è data dalla vicinanza, dall’affetto”. È la terapia dell’abbraccio. Memoria e vanità è un testo che si inserire nella ampia letteratura della crisi esistenziale. E Pascal Schembri, attraverso una narrativa che a tratti ricorda Luigi Pirandello e in altri un labirinto borgesiano, evidenzia che il recupero dei ricordi è decisivo per riaffermare l’importanza degli affetti e fondare la possibilità di costruire un avvenire che poggia su un passato ritrovato.

Memoria e Vanità di Pascal Schembri, Thule edizioni 2022, 15 euro, 255 pagine

Aggiornato il 30 novembre 2022 alle ore 09:23