Non ci sono date certe per la nascita di Francesca Caccini. Viene chiamata anche Francesca Signorini, Francesca Signorini-Malaspina o Francesca Raffaelli. La sua data di nascita potrebbe essere il 18 settembre del 1587 nei dintorni di Firenze o anche in città. Ha il soprannome di Cecchina. Il padre, Giulio Caccini, detto Romano, è un insegnante e un compositore di rilievo nella musica del Rinascimento. Insegna tutto ad una figlia pronta e con grande voglia di apprendere. Lei acquisisce rapidamente una robusta tecnica musicale che accompagna ad una grande forza creativa. Il ruolo importante del padre le consente di esibirsi in pubblico in un tempo in cui le donne non avevano alcuna possibilità di apparire. È cantante soprano, suona abilmente clavicembalo, liuto, chitarra e arpa a diciotto anni. Studia letteratura, latino, matematica e greco. Ha sempre partecipato attivamente ai concerti organizzati dalla sua famiglia. Appare in pubblico per la prima volta con un ruolo nell’opera Euridice scritta nel 1600 dal padre, in occasione delle nozze di Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia. Il re di Francia la vuole a corte ma lei non può accettare a causa di un veto del Duca di Firenze. Scrive poemi in latino e in italiano. La sua progressione musicale e di carriera è velocissima. Non ha difficoltà a farsi notare alla corte medicea di Firenze. Crea un ensemble musicale detto “Le donne di Giulio Romano”. È la musicista più pagata. È fra le prime donne a firmare con il proprio nome la musica e a cantare in pubblico. La sua prima composizione musicale nasce con il testo di Buonarroti, La Stiava nel 1607, eseguita al Carnevale di Firenze. L’opera è andata perduta. Con Michelangelo scrive altra musica nel 1608 per la Corte di Firenze. Francesca ottiene la stima per il suo talento dal compositore Claudio Monteverdi.

Si sposa il 15 novembre 1607 con Giovanni Battista Signorini, musicista. Hanno una figlia di nome Margherita, nata nel 1622. Si risposa con il nobile Tomaso Raffaelli e si trasferisce con lui a Lucca, sua città natale. Da questa nuova unione nel 1628 nasce Tommaso. Il secondo marito muore nel 1630 anno in cui si trasferisce a Firenze dove assume presso la corte dei Medici il ruolo di insegnante di musica e canto alle principesse e alle altre dame di corte.

Insegna e compone fino al 1627. È apprezzata da Cristina di Lorena. Scrive in musica le poesie di Michelangelo. Diventa una delle esponenti più importanti della musica barocca. Sono scarsi i documenti della sua opera ad eccezione di una commedia-balletto intitolata “La liberazione di Ruggiero dall’isola di Alcina” del 1625. È il primo melodramma scritto da una donna. L’opera è scritta e musicata in onore del principe Ladislao Sigismondo. Diventa esponente del “cantar a voce sola” che è un canto “a una voce reale”, anche se poi in pratica il canto sia eseguito da più voci “fisiche”. Si tratta di una monodia, che è ben diversa dalla polifonia.

Estende le sue capacità alla musica cameristica con il Primo Libro delle Musiche del 1618. Compone e canta opere spirituali “O che nuovo stupor”. Seguendo le linee estetiche del padre, Francesca compone e interpreta brani come “Ch’Amor sia nudo, Non so se quel sorriso, Chi desia di saper che cosa è amore”. Interpreta un diverso percorso musicale con le opere “Il Granduca, Il Ruggero e altre”. Le sue opere esprimono una grande gioia di vivere con sonorità vivaci. Mostra una forte determinazione per la ricerca di tecniche nuove.

È attiva a corte fino al 1637. Altre fonti riferiscono che abbia lasciato nel 1641. Non esiste una documentazione affidabile sulla sua vita nel periodo. Unica certezza della sua morte risiede in un documento del trasferimento della tutela del figlio nel febbraio 1645 a suo zio Girolamo Raffaelli.

Francesca Caccini viene sepolta a San Michele Visdomini vicino alla tomba di suo padre Giulio e della sorella Settimia.

Il suo nome è stato assegnato nel 1994 ad un cratere meteoritico di 38,1 km di diametro nei pressi del pianeta Venere. Le sue coordinate sono: 17°24′N 170°24′E.

Francesca doveva essere di grande avvenenza. Lo testimonia il suo ritratto in un medaglione marmoreo presso il Palazzo Rospigliosi di Pistoia. Eloquente è l’esergo intorno al suo volto: Cechine Pulchritudinis Immortalitati.

(*) Nella foto, anonimo ritratto di Francesca Caccini, Conservatorio di Firenze, 1617 circa

Aggiornato il 27 febbraio 2023 alle ore 16:27