La crescita del mercato discografico: +9 per cento

Il mercato discografico globale è in crescita. Per l’ottavo anno consecutivo segna un incremento. Nel 2022 è stato del 9 per cento, con ricavi totali da 26,2 miliardi di dollari. A guidare è la tendenza positiva dello streaming a pagamento. Secondo i dati del Global Music Report di Ifpi (International Federation oh the Phonographic Industry), i ricavi in Europa, secondo mercato più grande del mondo, sono cresciuti del 7,5 per cento, mentre l’Italia realizza un’ottima performance sopra la media con +11,1 per cento e oltre 370 milioni di euro di fatturato. In tendenza con gli ultimi anni, i ricavi sono guidati principalmente dallo streaming (+17,7 per cento). Il segmento ora rappresenta il 66,7 per cento dei ricavi totali dell’industria discografica, guidati da un +13,7 per cento degli abbonamenti ai servizi streaming rispetto al 2021. Il numero di ascolti premium in Italia è ormai costantemente maggiore di quello che avviene sul fronte free, mentre cresce del 36,2 per cento anche il segmento sostenuto dalla pubblicità, tra cui anche i ricavi dai social media come Instagram, Facebook e TikTok. Il comparto fisico segna un generale -2,2 per cento ma i vinili resistono (+11,7 per cento). Positivo il bilancio delle sincronizzazioni – che riguarda l’uso della musica in pubblicità, film, serie tivù – che si attesta a +26,5 per cento con oltre 13 milioni di fatturato.

Rispetto all’export, è stato un anno con ricavi in crescita per l’industria discografica italiana, che nel 2022 segna un +15 per cento di entrate da royalty (mercato fisico, digitale, sincronizzazioni e diritti connessi), con oltre 22 milioni di euro nel 2022: è un incremento guidato in particolare dai ricavi digitali (+12 per cento). Secondo la ricerca Ifpi Engaging with Music, nel 2022 i consumatori italiani hanno speso oltre 20 ore settimanali nell’ascolto di musica: il 70 per cento ascolta in audio streaming free e in abbonamento, mentre oltre la metà dei giovani tra 16 e 24 anni usa i servizi di audio streaming a pagamento. Grande successo del repertorio italiano: in termini di certificazioni il 2022 ha chiuso con un totale di 267 album, 2 compilation e 325 singoli certificati, per un totale di 594 titoli. Il report segnala infine anche il positivo effetto del Bonus Cultura che nel 2022 ha generato oltre 19 milioni di euro per la musica registrata. “Il 2022 è stato un anno molto forte, per la musica in generale e in particolare per l’Italia che ha vissuto una grande spinta tecnologica, pur con la cautela legata al fatto che su questo fronte siamo dietro ai grandi Paesi evoluti e nello stesso tempo abbiamo grandi prospettive di crescita”. È il commento di Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell’industria musicale, ai dati del Global Music Report di Ifpi. “Siamo un Paese che sta attraversando una transizione digitale importante – afferma Mazza – e ha davanti a sé potenzialità nuove, ragionando in termini di servizi streaming ma anche del modello sostenuto dalla pubblicità, di cui fanno parte i ricavi da social media: basti pensare a TikTok, Instagram, Facebook”.

Il mondo dei social ricorda, “copre il 5 per cento dei consumi musicali in Italia, nel 2022 solo il gruppo Meta ha rappresentato per l’industria musicale oltre 20 milioni, un fatturato importante. Ecco perché c’è grande preoccupazione per il mancato accordo tra Meta e Siae e ci auguriamo che venga trovata una soluzione”, ribadisce. Se “la musica è un po’ come l’acqua, che si infila dappertutto”, la sfida del futuro “sono gli nft e l’intelligenza artificiale, nuovi scenari e nuovi canali da cui generare monetizzazione”, riflette ancora Mazza, che avverte: “L’intelligenza artificiale è uno strumento importante per l’industria, una grande opportunità, ma deve essere regolamentato”.

Aggiornato il 31 agosto 2023 alle ore 15:30