Uccelli di bronzo e di marmo

Sarà, ma ho imparato a diffidare, per educazione e formazione culturale esistente nella mia famiglia, cattolica, prima ancora che in quella scolastica, dai puritani, dai bacchettoni e dai moralisti d’ogni stampo, risma, colore politico o di credo religioso.

L’arte occidentale, compresa e soprattutto quella sacra, comincia a decadere con l’intervento prima del bigottismo luterano e protestante in genere, al quale purtroppo si aggiungerà la reazione postridentina con la comparsa di una forma di “pudicizia” ipocrita, prima ignota al mondo cattolico. Ricordate chi ha messo le mutande ai nudi della Cappella Sistina? Vogliamo ricordare lo scandalo di opere d’alta metafisica, quali quelle di figure femminili di Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e altri Preraffaelliti? Vogliamo ricordare il significato altissimo ed “erotico”, ovvero legato alla divinità suprema chiamata Eros, che è la Danae di Gustav Klimt?

Ricordiamo tutte queste immortali opere, che sin dall’alba della civiltà occidentale ai nostri giorni hanno apertamente mostrato senza morbosità alcuna, il corpo nudo dell’uomo, inteso sia come essere umano sia come differenziazione di genere tra maschio e femmina, tra uomo e donna. I genitali nell’arte non sono mai osceni. Osceno è il pensiero ipocrita, falso e onanistico che alcuni attribuiscono alle figure di nudo nell’arte.

Ancora oggi, e non è soltanto una delle tante sfaccettature del tentativo di annichilire una cultura plurimillenaria con la cosiddetta “cancel culture”, ma una vera e propria morbosa devianza del pensiero che vede il male, lo sporco, il peccato, laddove nulla esiste di tutto questo, assistiamo a queste forme di delirio psichiatrico. Verrebbe da ipotizzare che gli stessi moraleggianti individui tanto facili a scandalizzarsi per un nudo artistico, passino le loro ore d’ozio sui canali pornografici della rete o su quelli televisivi, ma rigorosamente di nascosto, magari con i figli nella stanza accanto intenti a giocare alla playstation.

Il recentissimo fatto accaduto negli Stati Uniti, riportato da tutte le maggiori agenzie di stampa, ci dà la cifra precisa del fenomeno e della portata delirante alla quale esso sia ormai giunto. Chissà quale specie di inferno ideologico avrebbero potuto scatenare i genitori statunitensi – inorriditi dal fatto che durante una lezione sull’arte del Rinascimento, ai loro figli, alunni di una classe della Classical School di Tallahassee, in Florida, siano state mostrate immagini di alcuni capolavori di Michelangelo, come il David e la Creazione di Adamo della Cappella Sistina – se avessero invece assistito alle lezioni di Storia dell’arte alle quali eravamo stati abituati noi al Liceo scientifico dei Padri Somaschi, a Rapallo tra il 1978 ed i successivi cinque anni... ma v’immaginate quanti membri marmorei, bronzei e a tempera grassa, ad olio, per tacere di seni e glutei abbiamo visto? Eppure siamo cresciuti tutti senza turbe sessuali o morali, forse perché alla base esisteva ancora una Cultura vera, con la maiuscola iniziale.

Quindi i simpatici e ammirevolmente dotti membri (si può dire membri in questo caso?) del consiglio d’amministrazione dell’istituto, hanno indotto la preside Hope Carrasquilla a scegliere tra rassegnare le proprie dimissioni o essere licenziata su due piedi. I piedi però avrebbero potuto indurre a pensieri erotici legati al feticismo, quindi...

Insomma, tre genitori degli alunni della Classical School di Tallahassee – il cui ordinamento scolastico prevede l’insegnamento obbligatorio della storia dell’arte – si sarebbero lamentati di non essere stai preavvisati che la lezione avrebbe trattato argomenti “pornografici” quali il corpo nudo del David michelangiolesco, che così avrebbero turbato le anime candide dei loro pargoli. Stando al regolamento scolastico – e poi parliamo di libertà se volete – gli insegnanti dell’istituto sarebbero tenuti ad avvisare i genitori dei lori alunni con due settimane di anticipo il tema delle loro lezioni. Per ragioni non ben comprese, questo “preallarme” è andato in fallo... insomma i poveri studenti che sicuramente, vogliamo crederlo, non hanno mai visto un membro virile prima di allora, sono stati sorpresi da tale imprevista esposizione, con conseguente turbamento emotivo che potrebbe segnare la loro vita futura.

Ora è perlomeno contraddittorio quanto avvenuto in Florida, visto che la Classical School di Tallahassee è un pubblico istituto basato – ma tu guarda che strano – sull’apprendimento classico e tradizionale delle arti liberali occidentali, il tutto all’interno di una più vasta struttura istituzionale cristiana di stampo “conservatore”.

Si badi bene un punto apparentemente insignificante e invece fondamentale anche, anzi, soprattutto, dal punto di vista culturale: “cristiano” non significa “cattolico” e, se ne faccia una ragione chi lo contesta, l’arte occidentale è derivazione di quella greco-latina confluita nel cattolicesimo romano lungo i secoli aurei del Medio Evo e del Rinascimento.

L’arte sacra bizantina segue un altro percorso che a noi, ora e qui, non interessa. L’influenza “iconoclasta”, ossessivamente imperniata sulla demonizzazione del corpo nudo, maschile come femminile, delle sue attribuzioni di genere, è invece tipicamente un fenomeno “cristiano protestante”. Senza il papato romano, con i suoi difetti, errori e iniquità, nulla avremmo della più alta forma d’espressione artistica dell’uomo, per quasi duemila anni.

Concludiamo così, concludiamo dichiarandoci orgogliosamente fieri di avere pubblicamente esposti nelle piazze delle nostre, uniche, città d’arte, quali Firenze, Roma, Bologna, Venezia e mille altre mai minori come Siena, Perugia e ancora per paesi e borghi, nudi scultorei con tanto di attributi al vento. Almeno i turisti stranieri – ma non solo loro – transitando là sotto, hanno motivo di stupirsi e vedere quanto grande – sì, “grande” – sia stata l’arte del nostro Paese.

Aggiornato il 25 marzo 2023 alle ore 14:51