Un’analisi sui giovani utile a tutti

lunedì 15 maggio 2023


La crisi dei valori e di solidi punti di riferimento nel mondo contemporaneo ha reso problematica ed incerta la vita, soprattutto quella degli anni in cui si va formando una persona adulta. Questo tema è affrontato dalla psicoterapeuta, seguitissima sui social network, Stefania Andreoli nel suo ultimo libro, Perfetti o felici (Rizzoli 2023 pagine 253, euro 17)significativamente sottotitolato Diventare adulti in un’ epoca di smarrimento. Per dare una risposta alla domanda su come oggi si diventa adulti e cosa significa esserlo, in questo saggio, la ricercatrice, attraverso l’ampia casistica dei suoi pazienti, prende in considerazione la fascia di età compresa tra i 20 e 30 anni ma anche, marginalmente, quella tra i 30 ed i 40, in sostanza quelli che oggi sono chiamati “millenials”. In particolare, è interessante rilevare che nello studio dell’Istituto Piepoli, commissionato dal Consiglio nazionale dell’ordine nazionale degli psicologi, il malessere giovanile aumenta di molto nella fascia compresa tra i 18 e i 24 anni. 

Stefania Andreoli indaga sulla condizione attuale dei giovani adulti e sul loro malessere offrendosi “nel ruolo di megafono” per dare loro voce alfine di raccontarli “in un modo più restitutivo e meno offensivo” di quanto non siano comunemente rappresentati. Dallo stato di salute delle persone analizzate emerge un quadro più generale in cui si evidenzia anche come stanno i meno giovani: i loro genitori, i loro capi, i loro insegnanti.

In generale, i “millenials” non sono malati ma il loro problema consiste nella difficoltà di realizzarsi. Faticano a divenire: vivono, quindi, una scissione tra essere e dover essere. Per loro è centrale l’idea di qualità della vita che, però, non è quella desiderata dai loro genitori che li vorrebbero tesi verso il successo in competizione contro gli altri, come cavalli da corsa. Quando sono molto piccoli sono spinti verso un’emancipazione precoce, a partire da un sostanziale abbandono negli asili nido, salvo avere un atteggiamento troppo protettivo molto più avanti nel tempo, intorno ai 28 anni, età in cui dovrebbero, invece, essere maggiormente sganciati dalla famiglia.

Trovare la soluzione perfetta a queste contraddizioni esistenziali che generano malessere è impossibile perché raggiungere la perfezione è un’utopia, con conseguenze pericolose come avviene con tutte le utopie. Invece, è possibile, ripartendo dalle relazioni, “come spazio di incontro tra imperfezioni che insieme danno vita alla qualità insuperabile di legami coraggiosamente trasparenti, di quelli che se ci guardi attraverso riesci a vedere te e l’altro”, raggiungere uno stato di consapevolezza per realizzare una condizione di felicità.


di Laura Bianconi