Cannes, La seconda giovinezza di Marco Bellocchio

mercoledì 24 maggio 2023


Marco Bellocchio al Festival di Cannes ha presentato con successo il suo ultimo film, Rapito. A 83 anni, il grande regista piacentino, reduce dal David di Donatello per la miglior regia di Esterno notte, conferma sulla Croisette il suo stato di grazia. “Qui al festival – sottolinea Bellocchio – non avevo mai ricevuto premi tranne la Palma d’oro d’onore, se non mi danno niente anche questa volta non cambia molto, e se invece capita lo accetterò, mi interessa invece che vada bene in sala”. Una seconda giovinezza artistica. “C’è chi alla mia età pensa di correre in modo compulsivo per non perdere quel tempo che forse mancherà, io continuo a lavorare solo su progetti che mi piacciono, mi convincono e mi coinvolgono”, dice.

In Rapito c’è la storia di un bambino ebreo che nella Bologna del 1858 viene strappato alla famiglia quando si viene a sapere che sarebbe stato battezzato di nascosto da una domestica cattolica che lo aveva visto malato e non lo voleva lasciare nel limbo. Edgardo Mortara portato via con violenza dai genitori cresce nella fede cattolica in un collegio con altri bimbi ebrei rapiti, educato sotto la stretta sorveglianza di Papa Pio IX, l’ultimo papa re di Roma, travolto poi dalla breccia di Porta Pia del 1870. Viene talmente indottrinato da diventare un predicatore cattolico per tutta la sua vita a costo di rompere ogni legame con la famiglia di origine. Paolo Del Brocco di Rai Cinema, Beppe Caschetto di Ibc Movie e Simone Gattoni di Kavac Film, i produttori di Rapito, hanno annunciato che devolveranno la loro quota degli incassi di tutta Italia del primo giorno di uscita del film, in sala con 01 Distribution dal 25 maggio. Tratto liberamente da Il caso Mortara di Daniele Scalise (Mondadori), sceneggiato dallo stesso Bellocchio con Susanna Nicchiarelli, il film è interpretato da Barbara Ronchi e Fausto Russo Alesi (i genitori di Edgardo Mortara), Paolo Pierobon (il Papa), Fabrizio Gifuni, il piccolo Enea Sala è Edgardo bambini, Leonardo Maltese Edgardo ragazzo.

Un altro rapimento dopo quello di Aldo Moro, scandagliato a fondo da Bellocchio in Buongiorno notte ed Esterno notte, curioso per essere solo casualità. “I due rapimenti pur ovviamente su piani diversi – rimarca – sono accumunati dalla cecità ideologica dei dogmi, quell’intransigenza che non ammette compromessi e deroghe. È accaduto con Moro e con Mortara. Sono atteggiamenti violenti che portano solo tragedie alla società”. Il fedelissimo Fabrizio Gifuni, che dopo Moro in questo film è l’inflessibile monsignore che esegue l’ordine papale di rapire il piccolo Mortara riflette “questa storia ci appare spietata e tragica, quella di Moro lo fu altrettanto, vittima della stessa intransigenza nel non voler trattare con i terroristi”. Bellocchio annuncia di avere “scritto una lettera a Papa Francesco. Spero abbia voglia di vedere il film, ha tante cose ben più importanti da fare ma chissà che non trovi il tempo per una serata divertente, interessante, tra amici. Attendo. Alcuni sacerdoti – prosegue – hanno visto Rapito ed erano emozionati e pensierosi, ma il feedback più notevole è stato quello dei capi ebrei che pure lo hanno visto in anteprima. Nessuno di noi del cast e della troupe è ebreo e quindi abbiamo rischiato con questa storia ma loro alla fine erano molto commossi, mi ha fatto piacere”.  


di Eugenio De Bartolis