Interessi da usura sui conti in rosso

Le banche sono ormai considerate degli "usurai legalizzati" e in tempi di crisi la loro spietatezza diventa ancor più devastante, soprattutto per chi ha il conto in rosso. Quindi nessuna meraviglia ci si trova una spesa di 40 euro per un rosso in banca di due giorni di appena 151 euro. Succede anche questo nella giungla delle commissioni sullo scoperto, abrogate per legge nel 2009, ma che gli istituti di credito continuano ad applicare sotto altra denominazione, giusto per "fregare" il risparmiatore del Belpaese. La denuncia arriva dall'associazione Altroconsumo, durante l'audizione in commissione Industria di Palazzo Madama avvenuta nell'ambito dell'esame del decreto del governo che reintroduce le commissioni bancarie, già abrogate dallo stesso Senato con un emendamento del decreto liberalizzazioni.

L'organizzazione dei consumatori ha depositato in commissione una dettagliata tabella che è stata già inviata, il 27 marzo scorso, al Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, e al Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (Cicr). Nella tabella viene indicato come gli istituti di credito facciano pagare una serie di commissioni bancarie e spese varie a chi va sotto, anche in violazione del recente decreto Salva Italia. Quest'ultimo aveva stabilito che in caso di "rosso" le banche potessero applicare solo una piccola commissione «di istruttoria veloce, determinata in misura fissa». Ma il decreto aveva anche affermato che il Cicr potesse esentare i clienti che sforano per piccole somme e per pochi giorni. È il caso questo di famiglie e pensionati che magari vanno sotto di pochi euro e per qualche giorno prima dell'accredito dello stipendio o della pensione sul conto corrente. Le banche italiane, invece, stanno scavalcando il decreto, attraverso commissioni nascoste che vanno a gravare soprattutto sui conti che hanno di poco sforato il debito, gap che è facile da verificarsi soprattutto a fine mese per le famiglie monoreddito. L'associazione ha quindi suggerito alla commissione Industria di esplicitare l'entità della somma e dei giorni di sforamento che garantirebbe l'esenzione dalla commissione di istruttoria veloce: 1.000 euro in trenta giorni. Cifre suggerite anche al Cicr che ancora non ha emanato, inspiegabilmente, la delibera decisa dal decreto Salva Italia, dopo oltre tre mesi dalla sua approvazione. In attesa di un intervento del Parlamento o del Cicr, sembra chiaro che in tutte le banche italiane vi sia una vera e propria giungla di commissioni e di spese istruttorie che hanno un aspetto molto simile all'usura. Altroconsumo ha sottolineato, sia nell'audizione che nella lettera inviata a Visco, il caso di Bpm. L'Istituto milanese ha inviato ai titolari del conto Leonardo, rivolto ai pensionati, la comunicazione dell'introduzione di una commissione di 40 euro applicata per ogni scoperto superiore ai 150 euro e che duri più di un giorno. Insomma, se si va in rosso di 151 euro per due giorni, il salasso è appunto di 40 euro: oltre un quarto dell'importo, cioè il 27 per cento di interessi passivi. Uno "strozzinaggio" nascosto, ma legalizzato.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:17