Una nuova tassa per educare il popolo. Il governo dei
professori, nella persona del ministro della Salute Balduzzi, ha
proposto una nuova tassa di 3 cent per ogni lattina di bevanda
gassata, per «promuovere migliori stili di vita alimentari». Il
ministro è convinto che la tassa «non crea problemi ai consumatori
né ai produttori». Una stupidaggine per due motivi: se per i
consumatori non è un problema pagare le bibite 3 cent/lattina (9
cent al litro) in più, ci avrebbero già pensato i venditori ad
aumentare il prezzo; se effettivamente la tassa non crea problemi
ai produttori, cioè non riduce le vendite di bibite gasate, è
inutile. Se tutta la questione sul junk food si riduce ad un
problema di costi per la sanità, bisognerebbe dimostrare l'impatto
delle bibite gassate sull'obesità e quantificarne il costo.
Se a consumare bibite gasate sono i normopeso, non si capisce
perché dovrebbero pagare una tassa anche se il loro stile di vita
non comporta costi aggiuntivi sul sistema sanitario. Per seguire la
logica perversa dei "professori", dovrebbero essere solo gli obesi
a pagare la tassa sul junk food, magari con proporzionalmente al
loro peso. Ma gli obesi attraverso le loro tasse pagano già per
usufruire della sanità, si dovrebbe dimostrare che la loro
condizione comporta un costo aggiuntivo rispetto ad esempio ai
cardiopatici o ai diabetici. Se si vuole creare un sistema
sanitario legato agli stili di vita bisognerebbe cambiare
completamente sistema e permettere agli obesi di detrarre dalle
loro tasse i costi sanitari che finanziano le spese dei fumatori e
i fumatori dovrebbero poter fare lo stesso per le spese sanitarie
che curano malattie causate dall'alcol. Ma se guardiamo al livello
di tassazione e di spesa pubblica italiane, è evidente che lo stato
dispone di tutte le risorse necessarie e anche più per perseguire
tutte le sue nobili battaglie per il "bene comune".
Ciò che preoccupa di più non è il tentativo del governo di
sottrarre, secondo le sue stime, altri 250 mln ai cittadini, ma
l'ideologia che ne giustifica il prelievo. Il danno sarebbe
limitato se lo stato in difficoltà chiedesse l'ennesimo sacrificio
per riparare ai danni che ha causato, il problema è che chiede
questi soldi per il "nostro bene". E visto che l'interessarsi al
nostro bene è direttamente proporzionale ai soldi che pretende, è
razionale immaginare che non la smetterà, almeno fino a quando i
cittadini continueranno supinamente a pagare. Le parole definitive
sul tema le ha pronunciate qualche giorno fa il giovane portavoce
del Tea Party Italia, Giacomo Zucco, a Servizio Pubblico di Michele
Santoro: «Lo stato spendaccione, lo stato irresponsabile deve
sempre cercare dei capri espiatori.
Il problema è che lo stato è un drogato che prende troppi soldi e
bisogna semplicemente chiedergli di smettere». Non è razionale
pensare che la smetta da solo, la campagna ministeriale contro
l'obesità ha tutte le giustificazioni ideologiche per tassare
ulteriormente gli alcolici per i danni epatici, il burro per il
colesterolo, il sale per le malattie cardiovascolari, lo zucchero
per il diabete, le carni rosse che aumentano le possibilità di
cancro, l'aerofagia che immettendo gas nell'aria aumenta l'effetto
serra e anche il sesso orale che secondo alcune ricerche causa
tumori all'orofaringe.
Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:14