Netflix  e Amazon:   battaglia dei contenuti

Nel campo dei contenuti audiovisivi e cinematografici si assiste ormai ad una battaglia bifronte. Da una parte i “vecchi” produttori, ovvero i broadcaster tradizionali, spiazzati dall’arrivo della rete, dei nuovi attori – gli Over the Top – e delle “connected tv”, lamentano una asimmetria regolatoria e fiscale, cercando nuove strategie e modelli di business che gli consentano di sopravvivere alla “tempesta”. Dall’altra la battaglia si consuma proprio in seno ai nuovi player, i quali si contendono il primato per produzione e diffusione di opere sul piccolo schermo.

È infatti proprio il vecchio televisore del salotto, in versione “smart tv” il nuovo, indiscusso punto di riferimento per la produzione di contenuti originali. Il cinema continua a lanciare film di successo, ma soprattutto oltreoceano il terreno della sperimentazione e dell’innovazione è nelle mani della televisione, divenuta connessa nell’era 2.0.

Il primo ad intercettare il cambio di passo è stato Netflix, che dal noleggio fisico di dvd ha trasferito il proprio business su internet, diventando il “re dello streaming”. L’intuizione di Netflix si è dimostrata vincente nel giro di pochi anni. Basti considerare che attualmente è presente in circa 40 Paesi, ha superato la boa dei 50 milioni di abbonati e tra poco più di un mese estenderà i propri servizi in altri 6 Paesi europei (Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Germania e Austria). L’Italia purtroppo non è contemplata, probabilmente anche a causa dei ritardi nella banda larga che ad oggi difficilmente potrebbe supportare il servizio.

Da mero distributore Netflix ha compiuto un passo ulteriore, esplorando il terreno della produzione di contenuti originali, lanciando lo scorso anno “House of Cards” interpretato da Kevin Spacey – serie ormai popolarissima anche nel nostro Paese perché trasmessa da Sky – campione di incassi e vincitrice di ben 3 Emmys Awards nel 2013. E l’azienda ha già annunciato che il prossimo anno investirà il 10 per cento del proprio budget – pari a 320 milioni di dollari – in produzione originale.

A tentare di arginare la potenza di fuoco di Netflix è scesa in campo Amazon, che dal commercio elettronico, dai droni e dai telefonini, ha deciso di continuare ad investire in produzione audiovisiva – dopo aver contribuito alla realizzazione della serie “Alpha House” – che poi verrà distribuita sulla propria tv, Amazon Instant Video.

Gli Amazon Studios, divisione del colosso di e-commerce che si occupa di serie tv, film e show televisivi, hanno quindi annunciato la produzione di “The Man in the High Castle”, tratto dall’omonima opera del celebre scrittore di fantascienza Philip K. Dick. Pubblicato all’inizio degli anni Sessanta, il romanzo racconta un esito differente per il secondo conflitto mondiale, dal quale escono vincitori Germania e Giappone pronti ad occupare gli Stati Uniti. Stando ai rumors, Amazon sarebbe coinvolta anche nella realizzazione della commedia “Just add Magic”, che racconta la storia di una giovane adolescente che scopre un libro di ricette magico.

Lo scenario resta incerto ma particolarmente vivace e certamente tutto in divenire. Ne seguiremo con interesse le evoluzioni, che sembrano comunque andare verso un crescente connubio tra streaming e produzioni di qualità.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27