Esecutivo nel pallone   e il Paese al collasso

È dai tempi di Monti (uno dei tanti salvatori della Patria), che ci aspettiamo un decreto del Consiglio dei ministri finalmente risolutivo. Sblocca questo, sblocca quest’altro e via con provvedimenti inutili, che nulla hanno prodotto se non tasse e impoverimento, tanto è vero che stiamo all’inferno e non ne usciremo.

Con una faccia tosta, ormai insopportabile e dal calduccio delle poltrone strapagate, ancora una volta si annunciano interventi straordinari di portata storica. Bugie, come sempre saranno bugie.

Del resto basterebbe chiedersi per quale motivo per ridare fiato al mercato immobiliare sia necessario un nuovo provvedimento, non sarebbe più facile e semplice eliminarne uno dei tanti vergognosi precedenti?

Non sarebbe più logico dire basta alla inciviltà della Tasi (Tassa sui servizi indivisibili)? Cancellarla sarebbe la cosa più intelligente e immediata da fare. C’è bisogno di una nuova legge che assicuri uno sconto fiscale che non esiste, semplicemente perché nessuno comprerebbe una casa per affittarla otto anni a canone nemmeno sufficiente a ripagare il costo del notaio. Come se non bastasse, non si è pensato a chi eventualmente la casa la vorrebbe comprare per viverci e per garantire la famiglia.

Insomma, siamo allo sbando e l’Esecutivo è nel pallone totale, il Paese boccheggia perché da Monti in giù l’hanno massacrato, altro che salvato. E loro, anziché cancellare gli sbagli precedenti, continuano a prenderci in giro.

La verità è che stiamo naufragando: i conti sono fuori da ogni controllo: più si interviene sul debito e più questo sale, come mai? Come mai, più si fanno decreti sblocca, rilancia e salva e più il pil scende?

Perché un Governo con menti così elevate e capaci ha bucato ogni previsione? In che mani siamo? Tutti hanno capito quello che c’è da capire tranne coloro che ci “governano”.

In tantissimi avevano avvertito che la Tasi sarebbe stata la mazzata finale sulla casa, che la tassa sui risparmi avrebbe definitivamente colpito gli investimenti, che gli 80 euro avrebbero solo diviso gli italiani senza produrre effetti.

In mano a chi siamo, se non riescono a capire che occorre un provvedimento di pacificazione fiscale, che ponga rimedio all’immensità del contenzioso e restituisca fiducia ai cittadini, che impauriti e perseguitati si ripiegano nella loro esasperazione per l’impotenza di cambiare le cose.

E ancora, in mano a chi siamo se credono di far bere agli italiani qualsiasi stupidaggine salvandosi poi, con un semplice: ci siamo sbagliati. Intanto, una cifra spropositata di aziende chiudono, non ce la fanno più a sopravvivere al sopruso fiscale, burocratico, che giorno dopo giorno li porta ad arrendersi.

Infine, in mano a chi siamo, se non capiscono che ormai siamo arrivati a un bivio: da una parte la rivoluzione fiscale, cioè l’abbattimento di tutte le tasse, una semplificazione e una pacificazione finale e risolutiva, dall’altra, l’inevitabile collasso e la fine del Paese.

Questa è la realtà, da noi il primo e unico immenso problema è l’ossessione delle tasse, il terrore fiscale, il groviglio di adempimenti e per chi ancora potesse farlo la paura di spendere per non essere perseguitati da spesometri e redditometri. Ormai il Rubicone è di fronte, a un metro, anzi meno. O ci si arma di coraggio per varcarlo o la battaglia sarà persa per sempre e salteremo come un tappo di champagne.

Forse, sarà proprio questo l’unico modo per ricominciare e tornare a sperare davvero.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27