A giorni i risultati degli stress tests

martedì 21 ottobre 2014


Il 26 ottobre saranno resi noti i risultati degli stress tests di 124 banche europee, di cui 15 italiane. Tali tests consistono nella valutazione, da parte della Banca centrale europea, delle banche sui loro attivi. Com’è noto, il sistema bancario e finanziario globale è stato al centro della grave crisi economica mondiale dal 2007 ad oggi. Si è cercato dunque di far sì che le banche siano sufficientemente capitalizzate a fronte di una legislazione e una vigilanza internazionale e interna inadeguate. L’economia esige cioè che le banche siano solide e affidabili, oltre che poco opache, arginando così il fenomeno delle shadow banks.

Per quanto concerne l’Italia, se continua a non fare le riforme, i gestori di portafoglio globali porranno in essere scelte ancora più selettive e i primi titoli smobilizzati saranno proprio quelli italiani, considerati tra i più deboli in Europa. Ciò unitamente al fatto che vi è minore liquidità complessiva e che la Federal Reserve statunitense, dal 17 settembre scorso, ha ridotto la propria immissione di liquidità sui mercati annunciando che gli acquisti di ottobre 2014, per un importo complessivo di 15 miliardi di dollari, saranno con probabilità gli ultimi. A ciò si aggiunga la minaccia di un nuovo default della Grecia.

A fronte dunque della debolezza dell’Italia e dei comportamenti opportunisti dell’attuale governo, è già ricominciata la corsa ai titoli tedeschi intesi quali beni-rifugio e conseguente nuovo innalzamento dello spread. Ciò che è successo la scorsa settimana successivamente all’annuncio della legge di stabilità italiana, con il crollo del mercato per l’Italia, è quindi solo l’inizio.

Ad oggi sarà importante vedere cosa intenderà fare la Fed, se cioè, durante la prossima riunione del comitato operativo, deciderà o meno circa il prolungamento del quantitative easing. La Bce riunirà il proprio consiglio direttivo il 5 novembre e bisognerà quindi attendere anche l’indirizzo che prenderà, ovvero se procederà nel senso dell’allentamento monetario o prevarrà piuttosto l’attendismo che, neutralizzando l’accelerazione di giugno, ha determinato l’ulteriore crollo delle borse mondiali.

L’Italia è debole sia sul piano internazionale e dei mercati che su quello della gestione interna, avendo un governo fondato su una maggioranza di partito e non su una regolare maggioranza parlamentare, non vantando quindi credibilità alcuna.

La legge di stabilità presentata va nella direzione opposta rispetto a quella del lavoro e della produzione interni e anche rispetto a quanto auspicato dalla Commissione europea e dagli organismi internazionali. Il governo è criticato dalle stesse regioni italiani governate oggi da rappresentanti del medesimo Partito democratico; con tale governo l’Italia non è riuscita ad assumere alcun ruolo decisivo durante il semestre europeo di presidenza italiana e, con la permanenza dell’esecutivo, affonda il Paese più che risollevarlo o dargli un ruolo in Europa.


di Francesca Romana Fantetti