Odontoiatria a rischio:   parola di Migliano

Eravamo stati facili profeti: da un rapporto Eurispes sulla professione odontoiatrica emerge che gli addetti del settore sono cresciuti in numero esponenziale, sono vessati dalla burocrazia e dalla pressione fiscale e non sono certo quella casta di ricchi evasori che vogliono farci credere. E’ per questo che abbiamo ritenuto opportuno interpellare ancora una volta Giovanni Migliano, Presidente Aio Roma, per saperne di più.

Dottor Migliano, ultimamente l’argomento alla ribalta della cronaca è l’eccessiva burocrazia in odontoiatria dovuta alla notevole mole di adempimenti che la sua categoria deve espletare per essere autorizzata a svolgere la professione. Come stanno effettivamente le cose?

La bozza di delibera regionale proposta da AIO Roma parla chiaro, gli studi odontoiatrici non effettuano chirurgia invasiva quindi non sono soggetti ad autorizzazione. Sentenze del Tar ce lo confermano. Non è con la iperburocrazia che si tutela il cittadino ma con la semplificazione e la richiesta di pochi documenti realmente utili. Urge l’istituzione di un tavolo tecnico con Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, sindacati di categoria, Regione Lazio e Asl per poter definire quale documenti inviare per la richiesta di inizio attività.

Ma è vero che il sistema delle autorizzazioni tutela dall’abusivismo?

Ma scherziamo? La solita promessa elettorale. I cittadini che si rivolgono agli abusivi molto spesso lo fanno perché sono loro amici o conoscenti. Sono sempre ben nascosti e non hanno neanche le targhe sul portone del palazzo. Ma oggi sono diverse le forme di abusivismo. Oggi abbiamo personale non medico che esercita in alcuni centri odontoiatrici, fa perfino piani di cura e preventivi. Assistenti alla poltrona obbligate a fare "pulizia dei denti" per tenere bassi i costi, oppure odontotecnici messi lì a prendere impronte, etc. Senza poi parlare dei trattamenti sbiancanti che possono essere fatti, con tanta di pubblicità, in centri estetici e perfino dal parrucchiere. Tutto da noi denunciato all'autorità competente.

Invece sulla pubblicità sanitaria come si è espressa la vostra associazione?

Noi siamo stati l'unica a non accettare e allontanare all'interno dell'associazione i colleghi che fanno pubblicità! Non si può assolutamente fare pubblicità con prezzi di terapie, offerte, etc… insomma si parla di tutela della salute del cittadino e si obbliga l'autorizzazione per gli studi e poi si permette la pubblicità sanitaria. Non è un controsenso? Poi si parla di prezzi di terapie ma per i medici si deve parlare di "parcella". La terapia non è un oggetto! Lo ripeterò in tutto le mie interviste e articoli perché i cittadini devono essere informati di cosa significa cure a basso costo. In altri paesi la pubblicità sanitaria è vietata. Dove è prevista le istituzioni fanno messaggi per informare i cittadini. In Italia? si importa sempre il peggio non il meglio degli altri paesi.

La cronaca recente descrive un settore ad alto indice di evasione fiscale. Cosa ne pensa?

Una bufala. L'articolo a cui fa riferimento parla di 34mila denunce di cui solo il 3,1 % riguarda i dentisti evasori! Dal titolo sembra che parliamo di valori più alti perché scrivere che i dentisti sono evasori fa effetto. Come associazione abbiamo anche proposto di poter effettuare una retroazione fiscale non del 19% come è oggi ma del 100% perché, ripeto, parliamo della salute dei cittadini. I cittadini, visto che lo Stato non arriva, si devono rivolgere al privato è devono poter detrarre queste spese. Questa è una vera misura contro l’evasione. Ci hanno invece obbligato alla tracciabilità nei nostri studi con il pos, anche se in molti studi già era presente per comodità. L’impatto sull’evasione è nullo: basta non rilasciare la ricevuta ed accettare il pagamento in contanti. Demagogia pura.

Dallo studio effettuato dall'Eurispes, da voi incaricato, risulta un numero alto di odontoiatri, nel Lazio ne abbiamo circa 6400. Un rapporto abitante/dentista di 853. Che consigli da ai giovani?

Il numero chiuso non ha portato gli effetti desiderati, cioè un controllo del rapporto abitante/dentista già compromesso molti anni fa. Inoltre si è creata ulteriore confusione con la possibilità di concedere l’esercizio della professione a studenti italiani con lauree straniere o a medici che vengono da nazioni ove non vige un criterio di reciprocità. Sicuramente ad un giovane che si vuole avvicinare all'odontoiatria posso dire che non è semplice il post laurea. Per chi vuole esercitare la libera professione, oltre alle problematiche nell'apertura dello studio per la iperburocrazia, c'è bisogno di una buona disponibilità economica, c'è una concorrenza spietata con i centri low-cost. I giovani colleghi oggi esercitano in questi centri lavorando molto e percependo poco, senza tutela, perché lavorano come collaboratori mentre sono considerati dei veri e propri dipendenti. Dobbiamo tutelarli e dargli la possibilità di lavorare altrimenti se andranno all'estero, come in parte stanno facendo, perché gli odontoiatri italiani vengono apprezzati per l'alta formazione ottenuta nelle università italiane.

Insomma, come spesso accade in Italia, guardiamo il dito e non la luna e nel frattempo il popolo delle partite iva viene devastato in maniera forse irreversibile. Le cliniche odontoiatriche in franchising ringraziano le Istituzioni per l’occhio di riguardo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:29