Nessuna crescita   senza l’immobiliare

Oramai, è evidente per tutti la centralità della casa nell’economia italiana. Se non si ripristinano i valori delle case, la fiducia non tornerà mai. Gli immobili sono stati colpiti negli ultimi tre anni da un’offensiva fiscale talmente violenta da depauperarne il valore di ben duemila miliardi.

Triplicare le imposte sulla casa non ha voluto dire solo impoverire i proprietari, ma anche creare effetti depressivi sull’intera economia. Si è minata in un brevissimo lasso di tempo una certezza granitica che albergava nell’animo degli italiani, risparmiatori in edilizia per tradizione: la certezza che il frutto del proprio lavoro, investito in un immobile, rappresentasse una garanzia di serenità, una sicurezza per il futuro, un tesoro al quale attingere in caso di esigenze impreviste. Si sta consolidando ed aggravando un disagio psicologico e una perdita di fiducia che hanno avuto e continuano ad avere effetti inesorabili sui consumi, che non accennano a riprendersi.

È allora drammaticamente urgente un segnale in controtendenza (proprio, come ha fatto la Gran Bretagna, abbassando le tasse sulla casa), un intervento di riduzione della pressione fiscale sugli immobili che sia capace di trasmettere un messaggio di fiducia dopo tre anni di accanimento su un settore ormai allo stremo. È davvero preoccupante, invece, constatare come continui imperterrita, inesorabilmente, l’operazione sfiducia. Adesso, poi, a predicare la patrimoniale ci si è messa anche una neofita, la segretaria generale – pare che così esattamente si chiami – della Cisl (la Camusso è invece – in materia – una veterana). Il Governo, dal canto suo, tace.

Il ministro dell’economia pure, altrettanto e altrettanto colpevolmente. Ma, forse, lui acconsente addirittura, e così si direbbe anche dagli atti di go-verno: lui, è uno degli organismi internazionali (l’Ocse, quello che le previ-sioni le ha sbagliate tutte, ma proprio tutte), è un maxieconomista, di quelli che ci hanno propinato la “cura” che ci fa così bene, è un compagno di Napolitano, che al ministero ce l’ha – anzi – messo, stando ai si dice romani! Nel frattempo, è stato emanato il nuovo Isee: anch’esso penalizza un’altra volta la proprietà immobiliare. E sulla local tax, ancora – ufficialmente – silenzio.

Solo, in tutto l’anno trascorso, un piccolo segnale positivo: il congelamento della Tasi al 6 per mille, da noi soli segnalato e richiesto. Un’inezia (o quasi), evidentemente. È difficile, in questo modo, dare speranza, e he la speranza torni. Solo al Governo, non se accorgono: vivono come in un pallone aerostatico, al di fuori del contatto con la gente, che non sentono più (quella gente che non cammina più serena, proprio come succedeva nei Pa-esi comunisti). Sono tutti affaccendati, i politici, e nella migliore delle ipotesi, in tutt’altre faccende: matrimonio gay sì o no, ad esempio, e così via con frivolezze varie.

Forse, neppur loro – gli onesti, i dirigenti politici moralmente e intellettualmente onesti – hanno ancora qualche speranza. Ma come non capire che non c’è l’assalto ai forni perché i forni sono vuoti? Vuoti e indebitati! Quos vult perdere...

 

(*) Presidente di Confedilizia

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:27