Utopia fare impresa solo con un euro

Un tributarista catanzarese smaschera la truffa degli spot ingannevoli. Scatta la denuncia all'Agcom.

“Che ci faccio con un euro? Impresa!”, recita lo spot lanciato dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo spot, che può essere visionato qui era edito da Pubblicità progresso per incentivare i giovani ad entrare nel mondo dell'imprenditoria. Con solo un euro. In una missiva indirizzata all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il commercialista spiega senza mezzi termini i retroscena di un’illusoria campagna pubblicitaria ai danni dei giovani disoccupati.

“È mai possibile che il Governo - si chiede il tributarista - si permetta di prendere in giro i giovani disoccupati e mandare in onda con i soldi degli italiani spot che siano ingannevoli della buona fede degli stessi, giovani che non trovano lavoro e che possano essere illusi che veramente con un euro possano aprire un’impresa? Mi permetto di precisare che la campagna si riferisce alla possibilità di costituzione della società a responsabilità limitata semplificata (Srls) per i giovani e ora anche meno giovani, ma non fa capire che sempre di Srl si tratta! L’euro a cui si riferisce lo spot è solo il capitale sociale minimo in luogo dell’ex capitale sociale minimo pari a euro 10mila per la srl normale, ma purtroppo, nonostante le buone intenzioni, dobbiamo riscontrare che le Camere di Commercio italiane non si sono intasate con le iscrizioni, anzi, poche nascite e celebrate come eventi degni di nota su notiziari e giornali, ed ecco per quale motivo reale. Nessuna impresa può essere costituita con un euro, infatti per la Srl semplificata la convenienza non esiste.

Nessun giovane che non abbia la famiglia o qualche finanziatore alle spalle può mai costituirla con un euro trovato in strada come il giovane nello spot pubblicitario. Soffermandoci sull’aspetto economico: di fatto di euro ne servono almeno 10mila. Senza considerare che nessuna impresa semplificata gode di credito da parte nelle banche. L’unica cosa vera è che si risparmiano 1.600 euro del rogito notarile e se ne pagano circa 400. In più, se consideriamo un’impresa commerciale bisogna sommare: 155 euro di inizio attività alla Camera di Commercio; 996 euro di copertura Inail dei due soci; 6.400 euro di Inps; 309,87 euro annui di tassa di concessione governativa e 100 euro per la vidimazione obbligatoria dei libri sociali; 200 euro di diritto camerale annuo; 128 euro per il deposito del bilancio; senza considerare le spese per l’eventuale rilascio di licenze ed autorizzazioni commerciali e l’investimento da sostenere per avviare l’impresa quale beni strumentali e merci oltre all’onorario del commercialista poiché le iscrizioni avvengono telematicamente e per l’inquadramento fiscale serve avere una consulenza specifica. Lo spot deve ritenersi ingannevole della buona fede dei cittadini”. Un’illusione che potrebbe essere funzionale al decollo di prestanome e figli di papà con il portafoglio ben fornito.

Intanto il tributarista si rivolge il Garante, chiedendo “che lo spot ingannevole non venga mandato più in onda e di sapere quanto sia costato lo stesso e se è il caso di avviare un azione di danno patrimoniale per uno spot che non rappresenta la realtà della costituzione dell'impresa con capitale sociale a un euro e che procura a chi, tratto in errore, un indebitamento al contrario, nel senso che è un miracolo se si rimane con un euro!”.

 

(*) Salvatore Varano è responsabile di “Pronto giustizia tributaria” per il Tribunale Dreyfus e Soccorso Azzurro Tributario Club Forza Silvio, viceresponsabile Club Forza Silvio Calabria

(**) Il Tribunale Dreyfus tramite il servizio di “Pronto giustizia” è a disposizione per ogni ulteriore chiarimento ed assistenza legale tributaria scrivendo una e-mail a: [email protected]

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:17